
LECCE – “Se ti abbraccio non avere paura”. Una frase scritta su uno striscione che spezza il cuore, perchè riassume la solitudine alla quale si dicono condannati. Loro sono i genitori dei soggetti autistici che sabato pomeriggio hanno deciso di scendere in strada a Lecce, con un corteo di protesta che ha attraversato la città.
Lasciati soli, letteralmente. Senza servizi, senza supporto. Senza neppure dei dati che possano far capire quanto sia esteso il fenomeno. Sì perché “manca tutto – dicono- e non ci si può ricordare di questa grande problematica soltanto nella giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo (il 2 aprile), lasciando la trincea sguarnita per tutto il resto dell’anno”. Una richiesta di aiuto chiara, per uscrire dall’isolamento, rompere il silenzio.
Si parte dai dati e si chiede a Regione e Asl di svolgere un’indagine epidemiologica per capire che cosa stia accadendo sul territorio, dove l’impennata di casi di autismo c’è. Per ammissione dello stesso medico della Asl che coordina il Centro Autismo territoriale, Angelo Massagli, il dato di 350 pazienti seguiti (quasi tutti minori e una 15ina di adulti) è sottostimato: molti sono costretti a rivolgersi a privati o vanno fuori. Ecco perché Angsa Lecce, l‘Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici, insieme alla rete delle associazioni del territorio, chiede l’avvio di un’indagine sul territorio.
Enormi le criticità sui servizi. C’è il problema delle liste d’attesa, c’è il nodo del personale che manca. Veri e propri macigni. E così al termine del corteo, ci si lascia con un gesto simbolico che sa di speranza: i palloncini blu liberati in aria, perchè l’autismo è un modo di stare al mondo e ha diritto alla sua libertà. Un messaggio che i genitori indirizzano alle istituzioni, sorde e assenti.
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