LECCE-La Corte d’Appello di Lecce ha sollevato la questione di legittimità costituzionale nell’ambito di un processo nel quale è stata applicata la legge cosiddetta “spazzacorrotti”. La richiesta è stata avanzata dal legale dell’imputato, l’avvocato Amilcare Tana. La vicenda nasce da un processo per peculato relativo a denaro sottratto alla ASL di Taranto e arrivato a Lecce a seguito di annullamento con rinvio della Corte di Cassazione nel 2013.
La sentenza della Corte d’Appello di Lecce è divenuta irrevocabile il giorno dopo l’entrata in vigore della legge “spazzacorrotti”. L’imputato, Raffaele Bruno Losavio, è attualmente detenuto nel carcere di Taranto dove sta scontando una pena di tre anni e 10 mesi. L’avvocato Tana ha chiesto l’illegittimità dell’ordine di carcerazione dal momento che il reato di peculato solo in seguito alla recente entrata in vigore della legge n. 3/2019 è stato inserito nell’elenco dei reati ostativi cosiddetti “di prima fascia”. L’immediata applicazione della legge peggiorativa da parte del PG ha impedito la sospensione dell’ordine di carcerazione altrimenti dovuta, dal momento che la pena da espiare è inferiore ai 4 anni. Il PG ha ritenuto che la legge dovesse trovare applicazione nonostante i fatti fossero avvenuti in epoca anteriore alla sua introduzione, circa 20 anni fa. La Corte ha accolto l’eccezione evidenziata ritenendola “rilevante nel presente giudizio, potendo l’imputato in caso di dichiarata incostituzionalità, ottenere l’immediata sospensione dell’ordine di esecuzione”. I giudici d’Appello Vincenzo Scardia, Carlo Errico e Eva Toscani hanno quindi sollevato la questione di legittimità costituzionale disponendo l’immediata sospensione del processo e l’immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale.
Arriva da lecce quindi una delle prime pronunce che sollevano dubbi sulla legittimità costituzionale della legge.
M.C.
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