BARI – Un anno e tre mesi di attesa dalla presentazione alla discussione, otto ore di dibattito anche acceso e il risultato è l’approvazione di una legge completamente diversa da quella arrivata in aula. Ma alla fine la legge, la nuova legge, di sfoltimento delle liste di attesa ottiene 20 voti a favore e passa. Ma nella maggioranza la crepa si allarga.
Ora, dunque, i cittadini che, per ottenere una prestazione, rischiano di attendere tempi eccessivamente lunghi – i cui limiti saranno stabiliti in seguito – , potranno effettuare la stessa in intramoenia. A pagare la differenza tra il ticket e il costo della prestazione in regime di attività libero professionale, sarà la Asl. Se il paziente ha una esenzione totale, allora l’intero costo sarà sostenuto dall’azienda ospedaliera.
Se nemmeno questo dovesse bastare a snellire le liste di attesa, sarà autorizzato l’aumento del budget per i privati accreditati. Su questo punto si è scatenato, ulteriormente, il dibattito: nella stessa maggioranza più di qualcuno ha paventato il rischio di splafonamento della spesa per la possibilità di concedere extra budget. Il governatore Michele Emiliano, dunque, è stato netto: “E’ un rischio che vogliamo correre. E’ tutela dell’interesse delle persone. In questo modo – ha proseguito – assicuriamo il diritto di scelta ma poi vediamo di chi è la colpa. Se la colpa è del medico sarà difficile pagarlo, lo dico chiaramente, perché se un medico si fa scegliere in ALPI perché non fa il suo dovere in corsia, poi vediamo se gli paghiamo la prestazione in ALPI”.
Scardinato e cancellato, dunque, il cuore della legge presentata da Amati, Pd: bloccare l’attività intramoenia se le liste di attesa per le prestazioni pubbliche fossero risultate superiori di 5 giorni rispetto all’attività libero professionale. Lo stesso Amati annunciando la volontà di non votare la legge ne ha disconosciuto la paternità, bollando il nuovo disegno come “inutile” e come “regalo ai privati”.
Non hanno partecipato al voto nemmeno i consiglieri di Forza Italia e pezzi della maggioranza: Liviano, Romano, Colonna, per citarne alcuni. Il Movimento 5 Stelle ha espresso parere contrario. Dunque a votarla favorevolemente, il governo, Direzione Italia singoli elementi della maggioranza, come Pellegrino che ha contribuito alla modifica della stessa.
Resta la necessità, rimarcata da tutti, di assumere nuovo personale medico la cui carenza è il vero responsabile delle liste di attesa.
Per Emiliano sospendere l’Alpi era fare un regalo ai privati. Ma – ha detto sollecitando la conclusione del dibattito e il voto finale – “abbiamo bisogno di concludere per risanare alcune ferite che si sono verificate un po’ tra noi stessi e anche con i cittadini pugliesi”. La sensazione, però, è che la ferita nella maggioranza si sia fatta molto più profonda di prima.
Intanto gli ordini dei medici, a cominciare da Lecce, fanno sapere di valutare l’ipotesi di indire uno sciopero generale per opporsi all’idea che l’attività intramoenia sia la genesi di tutti i mali.