Lecce, dalla testa al cuore: la testa comanda, il cuore risponde

Calderoni e La Mantia (serie B 2018-20 foto Pinto
ITS Turismo Puglia
Jacopo Petriccione, centrocampista del Lecce

LECCE (di M.Vecchio) – Se il cuore è fondamentale nel calcio, è vero anche che serve una grande testa a comandarlo. Il Lecce la testa ce l’ha e stando ai risultati la usa molto bene in ogni senso. La sa usare la società capace di allestire un gruppo di uomini di qualità e quantità senza tralasciare l’aspetto umano di alto livello, la sa usare il tecnico Liverani nel preparare le partite e gestirle in corso d’opera al netto di qualche scelta cervellotica all’apparenza e infine la testa la sanno usare i giocatori in campo. In questo caso non è solo una metafora, La Mantia docet con le sue incornate in fondo al sacco, oppure Petriccione che la testa non ha bisogno di ruotarla per disegnare una traiettoria al cioccolato per usare le parole di Liverani.

Panagiotis Tachtsidis, centrocampista del Lecce

Questo Lecce è anche la testa di Tachtsidis capace di ragionare ancor prima di toccare la sfera o di Majer calatosi perfettamente nella mentalità di una squadra e un ambiente a lui sconosciuti fino a poche settimane fa. Nel calcio la testa è anche quella di qualche allenatore che si ritrova a vedersela tagliata per risultati non pervenuti. L’ultima gara dei giallorossi ha sancito l’esonero dell’ex Padalino.
Guardando al concreto l’attenzione è anche alla testa della classifica, un posto al sole la squadra giallorossa se l’è guadagnato di diritto a colpi di prestazioni convincenti e vincenti.
La vetta è a sei lunghezze, una distanza per niente incolmabile dal momento che il prossimo turno vedrà il Brescia riposare e di conseguenza la possibilità di portarsi a meno 3, con ancora una partita da recuperare e con lo scontro diretto da affrontare.
La testa però è anche quella che riesce ad analizzare il momento e le difficoltà che potrebbero arrivare quando il tempo inizia a stringere e i punti diventano sempre più pesanti.
Per il momento è meglio volare bassi, la dimensione del Lecce è quella disegnata dalla classifica che premia, in maniera inequivocabile sia chiaro, i meriti andati oltre ogni più rosea previsione una piazza che ha rispolverato finalmente l’entusiasmo di un tempo.

Filippo Falco, fantasista del Lecce

La testa comanda e il cuore risponde.

 

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