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Diossina, monta la protesta a Taranto: mamme e bimbi presidiano il Comune

TARANTO- Taranto torna in strada. Fa sentire la sua voce, che è soprattutto quella delle mamme e dei bambini. Indossano il grembiule, ma anche oggi per loro niente scuola, dopo la chiusura di due plessi nel quartiere Tamburi. Ma non ci sono soltanto quegli scolari a popolare il presidio davanti alla sede del Palazzo di Città.

La protesta monta. E monta perché la città ha paura dei nuovi dati sugli inquinanti, del ritorno della diossina. Dice tutto la testimonianza di una neomamma, che tra l’altro lavora come educatrice in una delle scuole chiuse dal sindaco Rinaldo Melucci dopo il sequestro delle ex collinette ecologiche Ilva, rivelatesi discariche tossiche. «Chiudete l’Ilva non le scuole» si legge sui cartelloni. In segno di protesta, una lezione simbolica si è tenuta per strada.

Una delegazione di mamme è stata ricevuta dal sindaco Rinaldo Melucci, dall’assessore all’Ambiente Francesca Viggiano e dall’assessore all’Avvocatura Gianni Cataldino. Alcuni amministratori sono stati contestati, un gruppo di manifestanti ha cercato di varcare la soglia del Municipio, ma è stato bloccato dai vigili urbani. La richiesta di chi protesta è chiara: “gli impianti vanno chiusi con ordinanza del sindaco, i dati ci sono”.

Inquinamento a norma di legge, questo è il grande cruccio di Taranto. Nelle scorse ore, Legambiente ha incontrato la società che è subentrata ad Ilva nella proprietà del siderurgico. “Il programma per le cokerie è inadeguato e ad ArcelorMittal chiediamo di andare oltre gli obblighi sanciti dal Piano Ambientale e gli impegni assunti con l’Addendum”, dicono dall’associazione ambientalista.

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