Attualità

La Polizia Penitenziaria unita dice basta: non c’è più sicurezza

LECCE – Stavolta sono tutti sotto un’unica bandiera, perché indossano tutti la stessa divisa. Gli agenti della Polizia Penitenziaria di Lecce hanno deciso di riunirsi in assemblea ai piedi della Prefettura per dire basta. Per dire che sono al limite, che per loro non c’è più sicurezza. Sotto organico a fronte di un numero di detenuti aumentato, mancanza del turn over, turni massacranti, trasporto dei detenuti in ospedale non sicuro, mezzi obsoleti e rischiosi. È la battaglia di tutti: Sappe, Uil, Sinappe, Uspp, Cgil, Cisl, Osapp. La CGIL propone che, per il servizio di sentinella e per la pattuglia esterna, venga impiegato l’esercito, così da “recuperare” 20 unità. Per questo hanno più volte chiesto un incontro con il prefetto.

Dopo l’assemblea, sono stati ricevuti dal capo di gabinetto, che ha ascoltato le loro istanze e si è riservata di convocare una riunione con tutte le parti in causa: il provveditore regionale, la direttrice del carcere e i sindacati. “Garantire la sicurezza della casa circondariale è alla base di corretti carichi di lavoro e giusti organici ad oggi non garantiti, con il relativo aggravio su tutti gli operatori della polizia penitenziaria”. Queste le parole di Paolo Pagliaro, da sempre attivo e conoscitore delle problematiche interne alla Casa Circondariale, promettendo un suo continuo interesse, come da anni, e anche al fianco dell’associazione radicale “Nessuno tocchi Caino”.

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