Cronaca

Retata a Taranto: 30 arresti per mafia e droga

TARANTO- L’operazione è stata chiama “Mercurio” perché c’era chi, come il dio greco, era messaggero. Non di Zeus, però, ma del boss recluso in carcere. 31 arresti sono stati eseguiti all’alba, dopo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Ad agire i carabinieri della Stazione di Lizzano e della Compagnia di Manduria, insieme ai colleghi dei comandi provinciali di Taranto, Brindisi e Lecce, del 6° Nucleo Elicotteri di Bari Palese, di unità antidroga del Nucleo Cinofili di Modugno, dell’11° Reggimento “Puglia” e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”. Il blitz è scattato a Lizzano, Faggiano, Torricella, Sava, Maruggio, ma anche a Prato, Rimini, Caltagirone e Milano. 22 ordinanze di custodia in carcere, quattro agli arresti domiciliari e cinque misure di sottoposizione all’obbligo di dimora, di cui:
-26 (già 27, poiché un provvedimento era stato spiccato nei confronti di un soggetto poi deceduto) emessi dal G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta della D.D.A. Per l’indagine “Mercurio”);
-5 emessi dal GIP del Tribunale di Taranto su richiesta della locale Procura della Repubblica per l’indagine denominata “Satellite”;

I reati contestati a vario titolo sono: associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti, alla spendita di banconote false nonché alla commissione di estorsioni con metodi mafiosi fra cui atti incendiari ai danni di stabilimenti balneari e di altre attività commerciali di Lizzano; detenzione e porto di armi comuni da sparo e armi clandestine, rapina e lesioni personali.

L’indagine “Mercurio” è stata avviata nel Gennaio 2016 con indagini tecniche nei confronti di alcuni soggetti arrestati per spaccio di eroina, cocaina e hashish all’interno di un noto bar di Lizzano. E’ stato scoperto un sodalizio criminoso organizzato, inquadrato nella Sacra Corona Unita e, in particolare, è stata accertata l’operatività di un gruppo già facente capo ai boss Francesco LOCOROTONDO, Giovanni Giuliano CAGNAZZO e Cataldo CAGNAZZO, della quale gli indagati hanno proseguito l’azione criminale mutuandone metodi, scopi e attività, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento e omertà.

L’organizzazione – prevalentemente dedita al traffico di stupefacenti e all’imposizione del “pizzo” in danno di esercizi commerciali di Lizzano con metodi tipicamente mafiosi, fra cui atti incendiari- era capeggiata da Giovanni Giuliano CAGNAZZO, in carcere a Prato, il quale continuava a dirigere il gruppo, con i pizzini che faceva recapitare all’esterno attraverso Maria SCHINAI, anche lei ora arrestata, compagna di Angelo SCORRANO, ritenuto fra gli elementi chiave del gruppo criminale. Il boss, in questo modo, si relazionava con Pasquale SCURRANO e Alessandro SCORRANO, ritenuti organizzatori, promotori e figure di spicco della compagine malavitosa; vigilava sugli equilibri interni e esterni al gruppo dando il proprio consenso all’affiliazione di nuovi adepti; percepiva e amministrava regolarmente i guadagni derivanti dallo svolgimento delle attività delittuose.

Particolarmente degna di nota è l’affiliazione al gruppo criminale del già noto Antonello ZECCA, già appartenente a un altro sodalizio operante sul territorio, cui era stata demandata la gestione operativa del racket delle estorsioni ai danni dei titolari degli stabilimenti balneari della litoranea ionica. Gravi indizi di colpevolezza a suo carico sono emersi per gli incendi appiccati nell’estate 2016 in danno dei lidi  “La Spiaggetta”, “Bahia del Sol” e “Onda Blu”, e per un tentativo di estorsione nei confronti del gestore dello stabilimento denominato “L’Ultima Spiaggia”. La collaborazione delle vittime, come detto dal comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, il col. Luca Steffensen, non è stata piena ma può dirsi soddisfacente.

Il ricavato illecito veniva in parte destinato alle spese di giustizia sostenute dagli affiliati ristretti, in parte destinato al mantenimento delle loro famiglie e in parte per retribuire i pusher, alcuni dei quali letteralmente assunti “a libro paga” con un contributo mensile pari a circa sei o settecento Euro.

ELENCO NOMINATIVI PER INDAGINE “ MERCURIO “

In carcere:
1.BERNARDI Graziano, ventiseienne di Torricella;
2.BIANCHINI Costantino, trentanovenne di Lizzano;
3.BIANCO Gregorio, trentunenne di Lizzano;
4.CAGNAZZO Giovanni Giuliano, sessantacinquenne di Lizzano;
5.CAVALLO Angelo Antonio, quarantaquattrenne di Maruggio;
6.CONVERTINI Alfonso, quarantaduenne di Lizzano;
7.DI PUNZIO Alessandro, ventiduenne di Lizzano;
8.DI PUNZIO Vito, venticinquenne di Lizzano;
9.FIORINO Gianfranco, trentaduenne di Lizzano;
10.GUALANO Francesco, cinquantaseienne di Lizzano;
11.PETRAROLI Ubaldo, trentaquattrenne di Lizzano;
12.PETRONELLI Andrea, trentaduenne di Lizzano;
13.PULIERI Francesco, trentacinquenne di Faggiano;
14.RIZZO Giuseppe, ventottenne di Lizzano;
15.RUSSO Pietro Fortunato, ventitreenne di Sava;
16.SCORRANO Alessandro, trentunenne di Lizzano;
17.SCURRANO Pasquale, cinquantaduenne di Lizzano;
18.SUMMA Alessandro, trentatreenne di Maruggio;
19.ZECCA Antonello, quarantenne di Lizzano

Agli arresti domiciliari:
1.SCHINAI Maria, quarantatreenne di Lizzano;
2.ARMENTI Giuseppe, quarantasettenne di Lizzano

ELENCO NOMINATIVI PER INDAGINE “ SATELLITE”

In carcere:
1.ANTONUCCI Salvatore, trentacinquenne di Torricella;
2.CALASSO Giuseppe Valentino, ventottenne di Lizzano;
3.MOTOLESE Giuseppe, trentenne di Lizzano

Agli arresti domiciliari:
1.CARRIERI Antonio, trentanovenne di Lizzano;
2.VOCALE Emanuele, ventisettenne di Lizzano.

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