GALATINA- Il dissenso del Comune di Galatina è risultato essere insuperabile. E nonostante le controdeduzioni della società Salento Riciclo, non ci sono più spiragli per l’impianto di compostaggio di rifiuti in località Le Bruciate, a Galatina. Sarebbe dovuto sorgere al confine con Galatone, altro Comune che si è contrapposto all’opera, oltre che con Seclì e Aradeo.
La Provincia di Lecce, dunque, non ha potuto fare altro che negare ufficialmente la Valutazione di Impatto Ambientale e l’Autorizzazione Unica. La determina del dirigente del Settore Ambiente è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione il 14 febbraio scorso.
Una lunga storia, che si trascina dal 2012: la prima procedura, archiviata e poi riaperta in seguito ad una sentenza del Tar, riguardava un progetto poi modificato, ripresentato nel 2015, con una variante importante. Dell’intero impianto era rimasta, infatti, solo la linea aerobica per la produzione di compost di qualità, dalla capacità di trattamento di 27.000 tonnellate/annue (75 al giorno) di scarti della parte umida della raccolta differenziata, proveniente dalla provincia di Lecce ma anche dalle altre province limitrofe della Puglia e non solo. Era stata stralciata, invece, la sezione relativa al digestore anaerobico e al cogeneratore per la produzione di energia elettrica.
Il Comune di Galatina si è messo comunque di traverso: come si ricorderà, nei mesi scorsi il Consiglio comunale ha negato il cambio di classificazione urbanistica per l’area individuata e destinata a zona agricola e, in parte, a cava. Ed è stato proprio quello l’ostacolo più alto.