SALVE- “Aiutateci a ritrovare i nostri cari”. È l’appello di una famiglia che soffre davanti al mare, ogni giorno, dal 5 febbraio, quando avvenne il tragico naufragio davanti alla costa di Salve. Di Fabrizio Piro, 53 anni di Gallipoli, e Damiano Tricarico, 43 anni, di Tuglie, a bordo dell’imbarcazione travolta da un’onda ancora nessuna notizia. E le ricerche, ormai interrotte, aggiungono dolore su dolore.
I corpi non sono stati ritrovati e le lacrime non si fermano. Le famiglie si sentono sole. Nessuno li cerca più. Continuano a pregare davanti a questo simulacro: una barca sistemata davanti all’altare nella cattedrale di Gallipoli, voluta dal parroco. Chiunque può accendere una candela per tenere viva la speranza. Siamo soli, dice Mirco Casarano, il cognato di Fabrizio Piro, che chiede alle istituzioni di riprendere le ricerche. Ogni giorno, su quel tratto di spiaggia è lui, insieme agli altri familiari a continuare le ricerche con un pattino. Giorno dopo il mare ha riportato a riva quello che c’era sulla barca: chiavi, cellulare, effetti personali, anche vestiti. Il mare ha restituito persino la macchinetta del caffè che era a bordo. Perché i corpi non sono stati trovati? “Sono lì da qualche parte- dice Mirco- forse sepolti dalla sabbia o incastrati in qualche buca. Ci serve aiuto per recuperarli”.
Mariella Costantini