Attualità

Topi, bivacco, furti. In via Gidiuli residenti “Prigionieri in casa”

LECCE – A ottobre 2017 intervistammo una residente che si lamentava del bivacco nello stabile ex Alfa Romeo abbandonato in via Gidiuli, a Lecce, e poi ascoltammo anche il padre di una famiglia di etnia rom che lì aveva trovato rifugio, perché impossibilitato a pagare l’affitto del vecchio appartamento in cui vivevano.

Oggi nulla è cambiato, anche se non è dato sapere se all’interno del capannone vivano le stesse persone che erano qui due anni fa. In più, però, si aggiunge lo stato di totale abbandono dell’intera strada, soprattutto nel chilometro finale, fino all’incrocio con Viale della Repubblica, da cui si accede alla vecchia proprietà abbandonata.

A contattarci è un residente, esasperato dall’incuria e dal timore. Gli hanno da poco svaligiato la villetta e sua moglie ha paura a restare in casa da sola.

Attenzione: questa non vuol essere un’accusa a chi occupa l’ex Alfa Romeo, ma la denuncia di chi si sente totalmente abbandonato a se stesso, senza più controlli né pulizia.

E a darci il benvenuto qui, infatti, sono un grosso topo morto, spazzatura ogni dieci metri e buche, tante buche.

Il cittadino denuncia, però, i continui schiamazzi notturni che arrivano dal capannone, e il fatto che, affacciandosi al bamcone di casa, si vedano spesso persone nude che espletano i loro bisogni fisiologici all’aperto.

Il cittadino denuncia anche l’abbandono di questo appezzamento, di proprietà di privati, che diventa facile preda di sporcaccioni che vi gettano l’immondizia. Tutto viene poi puntualmente “nascosto” in primavera dalle erbacce che diventano alte e poi, sempre puntualmente, qualcuno incendia tutto.

Il residente, per timore di ripercussioni, ha scelto di non farsi riprendere in volto.

Ha presentato un esposto contro ignoti in questura, firmato da 15 residenti, con il quale ha denunciato “ogni tipo di attività illecita, che va dallo spaccio alla prostituzione” e “notevoli problemi e pericolo per la salubrità e la pubblica sicurezza”.

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