
MELENDUGNO – Al grido di “Ci pensiamo noi” il Comitato NoTap non vuole e non può lasciar passare in sordina i risultati delle analisi svolte da Arpa (e comunicati nelle scorse ore) che confermano la presenza di Cromo esavalente nel cemento impiegato da Tap nel pozzo di spinta realizzato lì, a Melendugno. E così in mattinata gli attivisti hanno raggiunto San Basilio, mettendo in scena un flashmob, con tanto di tuta bianca e mascherina.
“Se agli operai o alle forze dell’ordine non interessa nulla del Cromo esavalente superiore alla norma nel pozzo di spinta – dicono dal comitato – ci abbiamo pensato noi attivisti a munirci di ‘tute e mascherine’ per dimostrare che in quel cantiere è stato usato un elemento cancerogeno certo“.
Intanto all’indomani della diffida, inoltrata dal Comune di Melendugno alla multinazionale (come annunciato dal sindaco ai microfoni di TeleRama), che intima di non proseguire i lavori a San Basilio per non peggiorare la situazione, il cantiere in mattinata è deserto. Nessun operaio all’opera, nessun mezzo in azione. Se ci sia una correlazione tra l’atto inoltrato dal primo cittadino e lo stop ai lavori in queste ore non è dato sapersi.
L’esito degli accertameti condotti da Arpa, lo ricordiamo, aveva evidenziato come i valori del cromo esavalente in falda fossero rientrati e i terreni non risultassero inquinati. Tuttavia, la presenza di questo elemento, considerato tra i più pericolosi contaminanti ambientali perché tossico e cancerogeno, è stata riscontrata nel cemento per 11,9 microgrammi/litro. Se sia molto o poco è difficile da stabilire: di fatto non ci sono riferimenti normativi che stabiliscano le concentrazioni soglia per questo, ma per Arpa si può tener conto, “ai fini esclusivamente qualitativi”, del limite definito per le acque sotterranee, pari a 5 microgrammi/litro, dunque ampiamente superato.
E.Fio
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