LECCE- E’ Luigi Dagostino, re degli outlet ed ex socio del padre di Matteo Renzi, l’imprenditore fiorentino raggiunto dalla misura interdittiva emessa dal gip del Tribunale di Lecce Giovanni Gallo, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che ha travolto i due magistrati Savasta e Nardi.
Per lui, è stato disposto il divieto temporaneo di esercizio dell’attività imprenditoriale e di esercizio degli uffici direttivi nelle imprese per un anno. Dagostino, originario di Barletta, era indagato a Trani da Savasta per false fatturazioni relative a sue imprese. Stando alle indagini, Savasta lo avrebbe favorito in cambio di utilità. Nel giugno scorso, l’imprenditore, 51 anni, era stato arrestato a Firenze per fatture relative a presunte operazioni inesistenti.
Com’è noto, Dagostino è stato anche socio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier dem, nella società Party Srl, chiusa dopo due anni a causa – come affermato in una nota dai diretti interessati – “di una campagna di stampa avversa”.
Come emerge dall’ordinanza, le indagini hanno provato alcuni versamenti di denaro effettuati, da Dagostino all’avvocato Ruggiero Sfrecola, somme “(almeno in gran parte) dirette a remunerare i favori effettuati dal Savasta nell’interesse” dell’imprenditore: 20mila euro in contanti l’8 maggio 2015; altri 25mila euro 13 giorni dopo; ulteriori 4.500 e 3.500 euro tra gennaio e febbraio 2016. “Proprio nei giorni (precedenti o successivi) a quelli in cui il Dagostino consegnava allo Sfrecola le somme – annotano i magistrati – il pm Savasta compiva le attività in favore di Dagostino”.