LECCE-Droga e attentati, con base operativa nella zona 167 di Lecce quartier generale, secondo gli investigatori, del gruppo smantellato dalla Squadra Mobile con l’arresto di 16 persone e 49 indagati. Tra i coinvolti nell’indagine coordinata da pm della Dda Guglielmo Cataldi anche Antonio Balloi, nome noto alle cronache italiane e salentine: si tratta del pastore sardo ora 72enne coinvolto nel rapimento di Esteranne Ricca, nel 1987. Secondo le indagini Balloi fungeva da intermediario nella vendita di ingenti quantitativi di droga. Ruolo che aveva anche il 47enne di Monteroni Saulle Politi. Balloi, personaggio di spicco del panorama criminale, era a piede libero. Dopo il blitz di ieri si trova ai domiciliari. La sua famiglia risiede nel Salento da diversi anni. Balloi era stato uno dei carcerieri della ragazza, all’epoca di soli 15enne. La giovane toscana era stata tenuta prigioniera in un nascondiglio all’interno di una masseria nelle campagne di Surbo. La sua prigionia era durata 207 giorni e si era conclusa con il suo rilascio dopo il pagamento di un riscatto di 2 milioni e mezzo di lire. Per quel sequestro Antonio Balloi fu condannato a nove anni e otto mesi di carcere. Tre anni dopo partecipò al rapimento di Marzio Perrini, industriale di Fasano rapito dall’Anonima sequestri il 28 dicembre 1988 e liberato 7 mesi dopo. In questo caso fu condannato a 28 anni di carcere. In mattinata sono cominciati intanto gli interrogatori per i 16 arrestati si proseguirà nei prossimi giorni. Centinaia gli episodi di spaccio ricostruiti in un anno di indagini, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni pentiti, ma anche grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, appostamenti, osservazioni. Dalle “Vele” al resto della provincia sarebbero giunti fiumi di cocaina, eroina, hashish, marijuana.
Operazione Le Vele: arrestato anche il pastore dei sequestri
