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Abuso d’ufficio, Pepe rinviato a giudizio. A febbraio il processo

LECCE – Si aprirà il 9 febbraio prossimo un nuovo processo a carico di Luigi Pepe, 71 anni, ex presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce. È accusato di abuso d’ufficio ai danni di Mauro Minelli, medico responsabile del Centro Imid di Campi Salentina, struttura per i malati immunomediati chiusa in seguito ai fatti contestati, nonostante fosse considerata un’eccellenza del territorio. Minelli si costituì parte civile non solo nei suoi confronti ma anche degli altri indagati, Amedeo Bianco e Roberta Chiersevani, che negli anni si sono succeduti alla presidenza della Federazione nazionale dei Medici. Anche questi ultimi sono accusati di abuso di ufficio.

Stando alla ricostruzione fatta nelle indagini del pm Paola Guglielmi, nel luglio 2014 Minelli, ritenendosi perseguitato da Pepe, decise di cancellarsi dall’Albo leccese e di iscriversi a quello di Potenza. Un mese dopo, però, e non prima – come invece sostenuto da Pepe – l’allora commissione di disciplina aprì un procedimento disciplinare a carico di Minelli.

Adesso il gup Vincenzo Brancato ha rinviato tutti e tre a processo: dovranno presentarsi davanti ai giudici in composizione collegiale. A dare il là al nuovo filone sono state altre dichiarazioni del dottor Minelli, difeso dall’avvocato Giuseppe Terragno. Denunce, queste, già al vaglio del Magistrato.

Più nel dettaglio Pepe avrebbe nascosto le reali motivazioni per le quali Minelli aveva rinunciato ad iscriversi all’albo leccese, riconducendo questa scelta al procedimento disciplinare che sosteneva essere stato attivato a carico di quest’ultimo prima, tanto da averlo spinto alla rinuncia. Una ricostruzione, questa, rivelatasi poi priva di fondamento.

Bianco e Chiersevani, Presidenti della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, avrebbero invece omesso di attivare il proprio potere disciplinare nei confronti del dottore Pepe, annullando le argomentazioni (già ritenute false) presso le autorità competenti, “al fine di consolidare -si legge nei capi di imputazione- la posizione apicale di Pepe all’interno dell’Ordine di Lecce”.

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