Politica

Delibera di pre-dissesto, “no ai tagli”: dipendenti comunali in agitazione

LECCE – Chiedono la revoca della delibera di pre-dissesto o quanto meno il non accesso al fondo di rotazione, manovra che ancora una volta graverebbe anche sulle loro tasche. Viceversa sarà guerra.

I dipendenti comunali di Lecce proclamano lo stato d’agitazione, il perchè è stato messo nero su bianco nelle scorse ore dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Csa unitamente alla RSU (rappresentanza sindacale unitaria) del Comune di Lecce.

A mettere in allarme i dipendenti la linea d’azione che il primo cittadino ha confermato di voler intraprendere durante l’ultimo consiglio comunale per scongiurare il dissesto: accedere al fondo di rotazione portando a termine la procedura di riequilibrio pluriennale che verrà sottoposta all’approvazione dell’Assise consiliare entro il 9 gennaio prossimo.

Cosa comporti questo passaggio è presto detto. Il Comune di Lecce -si legge nella delibera in questione- “per accedere al fondo di rotazione deve adottare misure di riequilibrio come la riduzione delle spese di personale in particolare attraverso l’eliminazione dei fondi per il finanziamento della retribuzione accessoria del personale dirigente e di quello del comparto, così come entro il termine di un quinquennio una riduzione di almeno del 10% delle spese per acquisti di beni e prestazioni di servizi”.

Per i dipendenti le conseguenze sono inaccettabili: “L’aumento dei tributi alla cittadinanza, la diminuzione delle spese per investimenti, il taglio dei servizi individuali alla persona e all’utenza (apertura e riscaldamento asili nido e scuole materne, trasporto pubblico, polizia locale, anagrafe, sportelli front-office..etc). Non ultimo ne deriverebbe poi -scrivono ancora nella missiva- l’azzeramento della parte variabile del Fondo per il Trattamento Accessorio del personale dipendente con riflessi negativi sui Servizi pubblici alla cittadinanza.”

“Si tenga conto che i dipendenti comunali -precisano i sindacati- non si sono mai sottratti ai sacrifici richiesti nel tempo dall’amministrazione comunale e che hanno inciso ed incidono sempre al di sotto del massimo consentito per legge: tant’è che la spesa del personale rispetto alle spese di parte corrente rappresenta già oggi meno del 21% della stessa (ove la legge prevede un massimo del 36%)”.

Lo stato di agitazione è legato dunque a questi motivi. Per scongiurare ulteriori azioni sindacali la richiesta è chiara: l’avvio delle procedure di raffreddamento e conciliazione presso la Prefettura. Viceversa dai dipendenti comunali nessun passo indietro.

E.Fio

Articoli correlati

Conti in verde ai Celestini, ma le tasse rimangono

Redazione

Hub vaccinale di Nardò, Mazzotta: “ore in coda sotto il sole e malori. Si usi l’ex ospedale”

Redazione

Mrs, Paolo Rango nominato nuovo Coordinatore Cittadino di Trepuzzi

Redazione

Quinto: “Da giovane organizzai il gruppo leccese per Aldo Moro”

Redazione

Parlamentarie PD, ecco la mappa geografica del voto

Redazione

Alle 21.30 torna Tribù

Redazione