Cronaca

Usura, Dia confisca beni per 8 milioni a 70enne di Aradeo

ARADEO-Un castello, l’ex ‘Casino di caccia Lazzari’, alle porte di Aradeo. Altri 19 immobili, 37 terreni per una superficie complessiva di 42 ettari, 3 aziende immobiliari e un intero kartodromo: questi beni, confiscati nel 2013 con sentenza della Cassazione, passano definitivamente nelle mani dello Stato. Erano riconducibili a Santo Paglialunga, 70enne di Aradeo accusato di aver accumulato questo tesoro tramite l’usura ai danni di persone bisognose.

Insieme ai beni, confiscata anche una società finanziaria, praticamente una banca, la cassaforte della famiglia Paglialunga. Beni ingentissimi, pari a oltre 8 milioni di euro, a fronte di dichiarazioni dei redditi, sue e della sua famiglia, secondo le quali in dieci anni, dal 1996 al 2006, in casa Paglialunga sarebbero entrati non più di 500 euro al mese.La sentenza da cui scaturisce il provvedimento, è stata emessa dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce, su proposta di sequestro a firma del Direttore della DIA, avanzata a seguito di complesse ed articolate indagini economico-patrimoniali che hanno evidenziato la netta sproporzione tra le capacità reddituali dichiarate da Paglialunga e il valore dei beni risultati di fatto nella sua disponibilità.

L’uomo era presidente e amministratore dell’Istituto finanziario ARADEO S.P.A. Tutto partì grazie alla denuncia di una vittima, un imprenditore salentino operante nel settore del commercio delle carni, che diede il via, a gennaio 2009, all’operazione della DIA che consentì di disarticolare un’organizzazione criminale capeggiata dallo stesso Paglialunga che, attraverso l’istituto finanziario, approfittando dello stato di bisogno di alcuni imprenditori in difficoltà economiche, concedeva prestiti usurari ad un tasso di interesse pari al 60% annuo circa.

Decine di piccoli imprenditori in crisi cadevano nella rete e andavano a bussare alle porte della finanziaria, venendo poi puntualmente “strozzati”: firmavano atti di cessione di proprietà e terreni a garanzia del prestito. Il sequestro risale all’ottobre 2010, diventa confisca in 1° grado il 22 gennaio 2011, a metà agosto del 2012 la Corte d’Appello decretò la confisca dei beni intestati. Un iter lungo ma che ora consegna un patrimonio milionario allo Stato.

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