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02 Dicembre 2023
Attualità

“Sanguisughe”: attacchi social ai lavoratori Lupiae. Solidarietà del cda

Don Tonino Bello – Tricase

LECCE – Attacchi così pesanti, a mezzo fb, da spingere i lavoratori Lupiae a querelare chi li diffama. “Sanguisughe”, “Fate fallire la Lupiae” così si legge sotto un post pubblico sulla bacheca del sindaco Carlo Salvemini, su tutt’altro argomento. Qualcuno nelle scorse ore, commentando il post, ha colto l’occasione per sferrare, di punto in bianco, attacchi social ai lavoratori che non ci stanno e annunciano di procedere tramite querele.

Gli aggettivi, per nulla lusingheri, rivolti agli operatori della partecipata, arrivano nei giorni di fuoco della discussione sul concordato preventivo.

Accuse e prese di posizione talmente dure da indurre il cda Lupiae a prendere pubblicamente posizione con un comunicato: “Il limite della decenza non dovrebbe mai essere superato -si legge- Piena solidarietà da parte del Management ai lavoratori Lupiae dopo queste ignobili parole. Sono accettabili il confronto politico e le critiche costruttive ma la DIGNITÀ’ umana non deve mai essere calpestata. Questo non lo consentiamo”.

Nelle stesse ore, riunione ristretta in Prefettura sul nodo stipendi. Presenti il sindaco Carlo Salvemini, la Presidente Lupiae Tatiana Turi e i vertici della banca Bnl. Sul tavolo il nodo delle tre mensilità (di ottobre, novembre e dicembre) che Palazzo Carafa annunciò durante l’ultima assemblea pubblica di poter garantire di “tasca propria”. Un impegno che in queste ore fa i conti con alcuni intoppi burocratici che si sta tentando di superare.

Sempre in mattinata Confintesa ha inviato una lettera al Cda, diffidandolo ad “intraprendere qualsiasi procedura atta a pregiudicare il futuro della società” si legge. Lunedì, intanto, si torna ad incrociare le braccia alle porte di Palazzo Carafa. Lo sciopero, indetto d’intesa con le organizzazioni sindacali tutte, intende rimarcare come la strada che si è scelto di intraprendere per tenere a galla la partecipata non convinca affatto chi ci lavora. Buste paga decurtate fino al 25%: su questo i sindacati ribadiscono un secco “no”.

E.Fio

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