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Integrazione. Né ospiti, né ospitanti: laboratori per tutti. Il progetto

LECCE – Non c’è integrazione senza reciprocità. È il concetto chiave che ha dato l’avvio ad un progetto a Lecce che vuole favorire l’incontro, lo scambio tra la cultura accogliente e quelle accolte nel capoluogo.

L’idea? Avviare laboratori e corsi di danza tipica aperti a tutti: partire dalle tradizioni consolidate delle culture arrivate fin qui e scambiarsi i saperi con le persone del posto, gli usi e i costumi. Tutti insieme: stranieri e non.

Vegono da Senegal, India, Sri Lanka, Ghana, Costa D’Avorio i tantissimi utenti dello sportello che al piano terra di Palazzo Turrisi fornisce ai migranti assistenza socio-sanitaria. E l’idea nasce proprio dalla cooperativa “Raggio di Sole” che dal 2009 gestisce il servizio in capo all’ambito di zona.

Giovedì durante l’incontro con l’amministrazione leccese la Onlus ha illustrato l’intuizione che punta a rilanciare lo spazio in gestione: non “solo” uffici di consulenza legale e fiscale, rinnovo di permessi di soggiorno, mediazione linguistica e sostegno per il disbrigo di pratiche burocratiche. Adesso si punta anche alle attività ricreative.

Un’idea che rispolvera in concetto di “integrazione” a tutto tondo.

“La possibilità di avviare attività come laboratori -spiega Antonio Zuccaro, operatore della cooperativa e consulente legale– era prevista nel nuovo bando. In passato abbiamo organizzato corsi di italiano, pur non potendo rilasciare alcuna certificazione. Si ha bisogno anche di questo”.

Dunque da una prima bozza di progetto, ristretto ai soli utenti stranieri, si è passati invece ai workshop aperti a tutti. “Perché continuare a ghettizzare gli ospiti, quasi fossero un mondo a parte?” ha detto l’assessore Silvia Miglietta, rilanciando: “laboratori e corsi saranno aperti a tutti. Chi ha il piacere di confrontarsi e conoscere universi culturali diversi dal nostro sarà più che ben venuto!“.

Per la comunità dello Sri Lanka l’idea è di puntare su laboratori per la creazione di oggetti di bigiotteria e gioielli, “in questo sono molto bravi” spiega Zuccaro. La comunità senegalese, ferrata nell’arte dell’impagliare, vorrebbe apprendere il mestiere dalla a alla zeta e tramandarlo anche ai propri figli. E poi c’è la danza, quella cingalese ad esempio: qualcuno potrà impararla ex novo, qualcun altro semplicemente perfezionarla.

Lo sportello, nato con il nome di “Lecce accoglie” ai tempi dell’amministrazione Poli Bortone, oggi oltre che aiutare i migranti ad integrarsi vuole a fare di più, dimostrando quanto anche gli ospiti siano bravi a fare gli onori di casa.

E.Fio

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