LECCE – Nella sede leccese il numero di formatori, in regime di convenzione, supera quello dei dipendenti effettivi. Qui ci lavorano in 9 dei 280 totali arruolati nei centri per l’impiego di tutta la Puglia. Lo fanno da ben 16 anni occupandosi di tirocini, orientamento e formazione appunto. Da gennaio, però, potrebbero ritrovarsi a casa.
Dalle 8 alle 11 si sono radunati in assemblea sindacale, chiedono chiarezza sul proprio futuro. Per risalire al nodo della questione bisogna fare un passo indietro: esattamente a 18 anni fa. Nel 2000 il passaggio dagli uffici di collocamento ai centri per l’impiego ha determinato, solo e soltanto in Puglia, l’arruolamento all’interno di questi ultimi di figure di rinforzo da vari enti di formazione.
Nel passaggio dalla Provincia alla Regione, lo scorso anno, i dipendenti del settore amministrativo sono stati assorbiti da quest’ultima, i formatori no. Hanno continuato a lavorare in regime di convenzione e l’ultima proroga scade il 31 dicembre di quest’anno. Dal primo gennaio che ne sarà di loro?
Precari e dimenticati. Tanto che la proroga dell’ultima convenzione è avvenuta con estremo ritardo, provocando altrettanto ritardo nell’erogazione degli stipendi. Per i pendolari residenti nel Barese le spese, senza introiti, sono diventate insostenibili.
Il responsabile del centro per l’impiego leccese, Giovanni Alessandrì, precisa che “senza i formatori l’attività svolta rischierebbe il collasso. Soprattutto alla luce dei nuovi progetti governativi inerenti la formazione non si può pensare -conclude- di far procedere l’attività senza di loro”.