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“Il dopo Cerano sia deciso dai territori”

SAN PIETRO VERNOTICO- Il dopo-Cerano sia deciso anche dai territori di Lecce e Brindisi, quelli che più hanno subito le conseguenze degli impatti ambientali e sanitari della grande centrale a carbone dell’Enel, il cui fine vita è programmato fra sette anni. La richiesta arriva da Ernesto Musio, già coordinatore del Comitato 8 giugno, che a San Pietro Vernotico, a partire dal 2006, è stato nella trincea della lotta all’inquinamento industriale della zona. Si chiede di esserci, insomma, con la Provincia di Brindisi a fare da coordinatore istituzionale e politico di un territorio più vasto che comprende, oltre alla città di Brindisi, anche i Comuni di San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Carovigno, Cellino San Marco, tutti rientranti nell’ “area ad elevato rischio di crisi ambientale”. Ma anche il nord Leccese, capoluogo compreso.

Il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi ha avviato il percorso istituzionale per delineare gli scenari possibili per il “dopo 2025”, fissato come anno limite per la decarbonizzazione del sistema elettrico nazionale. Il resto della provincia messapica non vorrebbe restare a guardare. Stesso discorso per quella di Lecce. Cosa sarà se lo stanno chiedendo anche sindacati e organizzazioni datoriali, per capire come reimpiegare i lavoratori. Ma in ogni caso – è il monito che arriva da San Pietro Vernotico – “non è pensabile lasciare a Enel la “responsabilità” di proporre un progetto per il dopo carbone, in quanto l’obiettivo e legittimo interesse aziendale di ottimizzare comunque l’utilizzo dei suoi impianti, nonostante l’obbligo di dismettere la produzione di carbone, rischia di far rivivere, sia pure in contesti e con progetti diversi, l’infinita telenovela già vissuta con la Centrale a carbone di Brindisi Nord. Né si può lasciare alla “solitudine” del Comune di Brindisi, come è accaduto finora, l’iniziativa di definire i destini di un più vasto territorio salentino situato a sud di Brindisi e a nord di Lecce, segnato com’è stato in questi decenni dalle conseguenze ambientali e sanitarie, ma anche costiere, della centrale”. Per questo si chiede la costituzione di un tavolo politico e istituzionale fortemente rappresentativo, coadiuvato da un gruppo progettuale di esperti altamente professionale che, in Conferenza permanente e con il coinvolgimento delle popolazioni, assieme al Governo e all’Enel, costruisca un futuro sostenibile e utile al territorio.

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