
PORTO CESAREO- Hanno risposto alle domande del gip Simona Panzera negando le accuse le quattro persone arrestate dai carabinieri nell’operazione Palude. Un’intera famiglia che per dieci anni ha gestito il “Lido Azzurro”: il padre Cosimo Emiliano, di 74 anni, originario di Torre Santa Susanna, e i suoi tre figli: Mario, di 40 anni; Luigi, di 49; Alfredo, di 50, tutti residenti a Porto Cesareo. Rispondono, a vario titolo, di “estorsione aggravata e continuata”, “minacce”, “danneggiamento aggravato” mediante incendi, “invasione di terreni” e “occupazione abusiva di area demaniale marittima”. Tra gli altri episodi, a loro è contestato l’incendio doloso che nella notte del 7 giugno 2010 distrusse il lido Togo Bay. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Giancarlo Vaglio. Solo Mario ha ammesso un episodio circostanziato, quello di aver divelto un palo con un’auto, ma di aver agito autonomamente. Gli altri figli hanno dichiarato di non avere niente a che fare con questo tipo di attività e di lavorare da tutt’altra parte. Il capofamiglia ha respinto le accuse di violenza sostenendo come le sue battaglie per rivendicare l’utilizzo di quel tratto di costa sia solito combatterle con atti giudiziari e con una serie di cause tutt’ora in piedi e dalle quali, in alcuni casi, è stato assolto. La difesa si riserva ora di documentare tutto quanto è stato dichiarato.
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