LECCE- Oggi in aula solo poche parole per confermare la disponibilità a rispondere alle domande del pm e del giudice. Il vero ascolto del nuovo pentito della Scu salentina avverrà il prossimo 23 ottobre, giorno in cui l’udienza è stata aggiornata. Davanti al gup Cinzia Vergine è avvenuta oggi l’ufficializzazione del passaggio del boss della zona di Casarano e dintorni da principale imputato nel processo nato dall’operazione Diarchia a persona pronta a svelare verità sulla criminalità organizzata degli ultimi anni nel basso Salento. Nei verbali delle sue prime dichiarazioni, acquisiti oggi e depositati come atti processuali le prime rivelazioni nelle quali il boss si tira fuori sia dall’omicidio di Augustino Potenza. “Non sono stato io” dice. L’assassinio di Potenza non rientra nel “processo Diarchia” ma il riferimento al grave fatto di sangue avvenuto nell’ottobre 2016 c’è.
Il processo in abbreviato in Corte d’Assise è scaturito dall’indagine che ha portato al blitz dei carabinieri coordinati dalla Dda. Gli arresti furono eseguiti con un decreto di fermo urgente per salvare la vita a Ivan Caraccio, secondo le indagini condannato a morte dal clan mafioso guidato da Tommaso Montedoro che dai domiciliari, a La Spezia, teneva, secondo gli inquirenti, le fila del sodalizio. In aula 13 imputati e tanti avvocati difensori che ora dovranno avere il tempo materiale per leggere accuratamente i verbali. Inevitabilmente il processo assumerà ora una piega diversa. Parte civile è il comune di Casarano, con l’avvocato Francesco Vergine. In aula come testimone della difesa, anche l’ex sindaco di Casarano Remigio Venuti. Ha confermato di aver incontrato uno degli accusati del tentato omicidio di Spennato in un distributore di benzina proprio nel nel giorno e all’ora dell’agguato, di fatto fornendogli un alibi.
