MELISSANO – Gli inquirenti sono al lavoro, bocche cucite: quello che si è consumato a tarda notte non è un rogo d’auto qualunque. Potrebbe essere la scintilla pronta ad innescare un nuovo faccia a faccia tra clan, a colpi di assassinii.
Intorno alle 3 di notte ad essere avvolta dalle fiamme a Melissano è stata l’auto, una Nissan Qashqai, di proprietà di Gianni Vantaggiato, 48enne del posto. Lì, in Via De Amicis, abita la sua famiglia. Per lui le manette sono scattate invece a fine luglio. Un blitz dei carabinieri all’indomani dell’omicidio del 22enne Francesco Fasano ha messo in luce come dietro l’assassinio del giovane fosse celato un vero e proprio business milionario. Per Vantaggiato, infatti, l’accusa è di associazione a lelinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Fasano in sostanza era la vittima di una guerra tra due clan per il controllo del traffico di droga: cocaina e marijuana. Affari da capogiro portati avanti anche da giovani leve. Dopo l’assassinio di Manuel Cesari, uno dei capi clan, quello di Fasano rientra a pieno titolo nella logica del regolamento di conti tra due bande, un tempo associate ed oggi su fronti opposti.
Il rogo, che ha distrutto la parte anteriore dell’auto e danneggiato infissi e muri dell’abitazione, sembrerebbe essere un messaggio chiaro: la faida continua.
Esprime preoccupazione il sindaco di Melissano, Alessandro Conte: “Ancora nessuna certezza sulla natura del rogo -spiega- ma una lotta tra clan, si sa, non si spegne in soffio. Dal giorno dell’omicidio Fasano un paese piccolo come Melissano è rimasto scosso, oggi la paura si risveglia prepotentemente. Insieme al Parroco, Don Antonio Perrone, e alle associazioni del territorio, organizzeremo iniziative per chiamare a raccolta la popolazione. Bisogna resistere”.
Intanto i carabinieri sono al lavoro per accertare la natura del rogo e soprattutto l’intento. La guerra tra clan per il monopolio del mercato della droga ha già dimostrato di non guardare in faccia a nessuno.