GALATINA – Dopo Casarano, a insorgere è Galatina. Una protesta, quella che si terrà a partire dalle 18.30 nella “Galleria Tartaro”, che nasce dal basso per salvare l’ospedale “Santa Caterina Novella”, ennesima vittima sacrificale degli accorpamenti previsti dal piano di riordino spedaliero.
A salvarsi sarà solo il punto nascita. I reparti di ortopedia, cardiologia e geriatria resteranno solo un ricordo. Nel pomeriggio il sit-in del comitato spontaneo “No alla chiusura dell’ospedale” per chiedere delucidazioni. “Vogliamo far comprendere, a chi di competenza, le conseguenze che deriveranno dalla chiusura del nosocomio -spiega Gianfranco Loreta, uno dei promorori del comitato- Siamo preoccupati anche per lo stesso punto nascita. Per garantirne la sopravvivenza bisognerebbe registrare 1000 parti annuali. Considerato l’ultimo dato galatinese ,700 parti nell’ultimo anno, il rischio è che anche questo servizio abbia i mesi contati“.
Il reparto di degenza di Cardiologia ed UTIC dell’Ospedale di Galatina, ad oggi ha garantito all’utenza 16 posti letto monitorati, di cui 8 dotati di monitoraggio dei parametri vitali, con configurazione da terapia intensiva, con apparecchiature moderne e in buono stato di efficienza. Un punto di riferimento, dunque, per i malati dal territorio e i pazienti ricoverati in altri reparti di degenza, con patologie cardiovascolari acute, croniche o con necessità di monitoraggio continuo.
È per difendere tutto questo che si è scelto di scendere in strada chiamando a raccolta proprio tutti. “Si tratta di una battaglia senza colore politico -ha concluso Loreta- lo dimostra la varietà dei partecipanti: liberi cittadini, una delegazione del Comune di Galatina, una delegazione parlamentare del M5S e alcuni rappresentanti del personale medico e paramedico”. Un muro compatto, dunque, determinato ad andare avanti.