S.MARIA DI LEUCA- Processo Ciolo tutto da rifare. Si ricomincia daccapo quindi, con una nuova udienza preliminare non ancora fissata. Il giudice , la dottoressa Fedele, ha accolto oggi le eccezioni sollevate dalla difesa, gli avvocati Riccardo Giannuzzi, Stefano De Francesco, Francesco Nutricati, Alessandro dello Russo, che hanno sostenuto come l’udienza preliminare sia stata celebrata senza contraddittorio insistendo sulla nullità del decreto che dispone il giudizio “Perché emesso dal gup Carlo Cazzella- sostiene la difesa- senza un’udienza”. Nel decreto di rinvio a giudizio infatti il gup non aveva tenuto conto delle piccole modifiche nel capo d’imputazione da parte del pm Elsa Valeria Mignone. Si dovrà quindi tornare davanti al giudice con il capo d’imputazione corretto e aggiornato. L’ipotesi di reato contestata dal pm è di falso e di deturpamento di bellezze naturali in seguito al consolidamento del tratto di scogliera interessato dal cantiere di monitoraggio e studio della falesia. Per questo il 3 febbraio del 2015 quel tratto di costa era stato sottoposto a sequestro probatorio.
Per sostenere le loro tesi i legali hanno prodotto una sentenza della Cassazione della quale il giudice ha preso atto. Otto gli imputati finiti sotto processo per il presunto deturpamento della scogliera nel comune di Gagliano del Capo dopo il rinvio a giudizio con la costituzione come parti civili di Legambiente, che per prima denunciò i danni subiti dal costone roccioso a causa di reti e puntelli per consolidare la parete, ed il Ministero dell’Ambiente.
Ora però è tutto da vedere.