Pensionato con la minima, Equitalia vuole pignorargli il libretto. Vince lui.

LECCE – Una pensione di vecchiaia pari a Euro 587,66 mensili, risultata assolutamente impignorabile a differenza di quanto Equitalia avrebbe dovuto fare. Protagonista di questa vittoria un pensionato leccese.

Nei giorni scorsi il Giudice dell’Esecuzione presso il Tribunale di Lecce, Avv. Giovanni Tommasi, ha reso nota l’ordinanza di sospensione del pignoramento del libretto postale dell’anziano, per somme superiori a Euro 143.000,00 avviata nel 2016 dall’agenzia delle entrate.

Quel denaro è l’ unica fonte di sostentamento con la quale l’anziano, che vive da solo, doveva e deve far fronte alle proprie esigenze del vivere quotidiano.

Secondo la riforma del codice civile, introdotta con il d.l. 83/2015, la pensione può essere pignorata, nella misura di un quinto di quanto rimane della stessa dopo avere detratto una somma pari all’assegno sociale aumentato della metà, ossia il cosidetto minimo vitale impignorabile che, per il 2015, equivaleva ad Euro 672,78 (oggi è pari a Euro 679,50).

Pertanto, la pensione di vecchiaia percepita dal contribuente è risultata assolutamente intoccabile e l’iniziativa esecutiva posta in essere da Equitalia illegittima. La decisione del Giudice ha inoltre consentito al pensionato di riappropriarsi degli importi residui sul libretto, pari a circa Euro 550.

Per l‘avvocato Stefano Gallotta, difensore dell’anziano e segretario di Codici Lecce, “negare a un pensionato ogni minimo mezzo di sostentamento per soddisfare le proprie esigenze di vita primarie ed essenziali è contrario alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Trattato di Lisbona), che garantisce il diritto all’assistenza sociale per assicurare un’esistenza dignitosa a chi non disponga di risorse sufficienti”.

 

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