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Colacem, guerra in tribunale: Sindaci impugnano l’Aia, Regione al loro fianco

GALATINA- Hanno provato a far valere le loro ragioni durante le sedute della conferenza di servizi, ma ce l’hanno fatta solo in parte. E ora la battaglia sul cementificio Colacem di Galatina si sposta nelle aule di tribunale. I sindaci di Soleto e Galatina hanno depositato nei giorni scorsi i ricorsi al Tar contro il provvedimento della Provincia di Lecce di rilascio della nuova Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, che è la patente con la quale l’azienda continuerà a produrre nei prossimi anni. Quel documento, a loro avviso, è carente in molti, troppi punti, mancando di recepire diverse osservazioni fatte dai Comuni, dalla Regione, dalla Asl e altri enti. E dunque, sarà braccio di ferro.

I ricorsi sono due. Il primo è stato depositato da Soleto, per il quale i termini scadevano prima (sono stati conteggiati dalla data di pubblicazione dell’Aia). “La Regione ci ha comunicato nelle scorse ore che si costituirà al nostro fianco, ad adiuvandum – dice il sindaco Graziano Vantaggiato -. Noi vogliamo che l’ambiente venga tutelato in tutte le forme. Colacem è una entità di questo territorio ma si deve uniformare agli standard di qualità che richiede il contesto, notoriamente martoriato da anni sotto il profilo sanitario”.

Non è stata richiesta la sospensiva poiché l’Aia di per sé è già migliorativa rispetto alla precedente. Si chiede al Tar di entrare subito nel merito, perché l’autorizzazione venga uniformata alle osservazioni non recepite. La consapevolezza, infatti, è che il tempo per giocare questa partita è adesso, altrimenti le rivendicazioni del territorio saranno rimandate di anni.

Anche il Comune di Galatina ha depositato il suo ricorso (in questo caso i termini decorrevano dalla notifica dell’Aia), che sarà sostenuto inoltre in giudizio dai Comuni di Zollino, Melpignano, Cutrofiano, Sogliano Cavour, Sternatia e Corigliano d’Otranto, i cui sindaci hanno già firmato le delibere. Altre potrebbero aggiungersi nei prossimi giorni, come quelle di Martano, Aradeo e Lizzanello.

Il cuore della questione sta in quella bacchettata che a fine marzo è già arrivata da Bari all’indirizzo di Palazzo dei Celestini, a cui era stato chiesto «di voler procedere tempestivamente ad atto di revisione o integrativo dell’Aia», ricordando che le funzioni svolte non sono autonome ma delegate dalla stessa Regione.

Falle vere e proprie ci sarebbero in quel provvedimento: molte richieste relative al comparto aria sono state prescritte in modo da non essere obbligatorie, ma solo legate ai monitoraggi di Arpa, che però ha già detto che non potrà fare più di un controllo l’anno o al massimo due. «Appaiono totalmente disattese le indicazioni a valere sulla matrice acqua», aveva tuonato la Regione, oltre a «numerose altre mancate corrispondenze» tra l’atto finale e le altre proposte avanzate e oggetto di intese raggiunte durante le conferenze dei servizi. Tra queste anche la copertura del parco carbone in due anni e non in tre. Perché sono state omesse? Ed è legittimo che la Provincia lo abbia fatto? Anche questo dovrà dire il Tar. A cui si chiede di aggiungere un passaggio non da poco, già evidenziato da Bari: che le attività di autocontrollo di Colacem e i monitoraggi a camino siano vagliati da Arpa non una volta tanto, ma con “contraddittori sistematici e non occasionali”.

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