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Eolico, la Regione evita maxi-tegola da 22 milioni di euro

SAN VITO DEI NORMANNI- La Regione Puglia scongiura una tegola pesantissima, del valore di oltre 22 milioni di euro. Ci è mancato poco a farsi travolgere e a trascinare a fondo il bilancio regionale. Perché in questa storia le presunte ombre in capo all’ente ci sono, avendo firmato nel 2012 un’autorizzazione poi risultata illegittima dopo il ricorso di sei cittadini.

La vicenda è quella del parco eolico da 18 Mw che Enel Green Power stava realizzando a San Vito dei Normanni, nel Brindisino. Dopo lo stop ai lavori, già iniziati, la società ha chiesto un maxi risarcimento danni da quasi 17 milioni di euro a titolo di danno emergente (rappresentato dalla sommatoria dei costi sostenuti per la realizzazione dell’impianto e di quelli da sostenere per il ripristino dello stato dei luoghi) e altri 5,8 milioni di euro a titolo di lucro cessante (pari all’utile ricavabile dall’impianto per cessione di energia e certificati verdi per i 20 anni di durata).

Enel aveva realizzato buona parte delle opere civili e iniziato già l’installazione degli aerogeneratori, grazie anche ad atti di occupazione d’urgenza emessi dalla Regione e riguardanti anche il feudo di Latiano. Dopo la battaglia dei proprietari espropriati, però, si sono rimescolate le carte: con sentenza del Consiglio di Stato del 31 marzo 2015, sono stati annullati tutti gli atti impugnati, compresa l’autorizzazione unica, perché il progetto non era stato sottoposto “a screening di VIA, come invece avrebbe dovuto”.

Nei giorni scorsi, si è pronunciato il Tar di Lecce, stabilendo che nulla deve Bari a Enel Green Power: quello della Regione, a suo avviso, è stato un errore scusabile, dovuto a un quadro normativo molto complesso. E ciò esclude la colpa.

Inoltre, i giudici mettono sotto accusa la stessa società: “avrebbe dovuto provvedere almeno ad integrare la documentazione progettuale a suo tempo depositata presso il Servizio Ecologia con la parte relativa alle opere di connessione”, perché così “ha sicuramente concorso a generare l’illegittimità e l’errore (scusabile) in cui è caduta l’Amministrazione Regionale”.

Di più. Con una sentenza parallela emessa nello stesso giorno, i sei proprietari hanno ottenuto la reintestazione al proprio nome dei terreni, per circa 132 ettari, su cui Enel aveva installato il parco eolico, che poi ha dovuto smantellare, ripristinando i luoghi.

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