LECCE – In mattinata si è tenuto il processo per direttissima. Il giudice ha confermato la richiesta del Pm Roberta Licci. Saverio Pellegrino, l’attivista No Tap arrestato durante dei tafferugli tra poliziotti e manifestanti avvenuti lo scorso aprile nei pressi del cantiere Tap a San Foca, è stato condannato a 9 mesi dal giudice Marcello Rizzo per lesioni.
Pellegrino, difeso dall’avvocato Carlo Sariconi, era stato arrestato durante una manifestazione di attivisti No Tap, molti dei quali hanno assistito in aula al processo.
Il giudice ha ritenuto, considerato il tempo trascorso e il buon comportamento processuale dell’imputato, affievolite le esigenze cautelari. Pellegrino, sino ad ora ai domiciliari, è stato scarcerato, ma la misura è stata sostituita con il divieto di dimora a Lecce e Melendugno senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria.
I fatti risalgono alla notte del 10 aprile.
I mezzi pesanti della multinazionale dovevano raggiungere un’area lontana dal cantiere di San Basilio, precisamente in contrada Carleo. Gli attivisti volevano bloccarne la marcia, lungo la provinciale 145, quella che collega Lecce a Melendugno, incendiando un cassonetto dei rifiuti in mezzo alla strada e con un muretto improvvisato di traverso sulla carreggiata.
Nel momento in cui è intervenuta la Polizia, gli attivisti hanno iniziato a indietreggiare e poi c’è stata una sassaiola. Inseguiti dagli agenti fino alla piazza di Melendugno, alcuni manifestanti sono stati bloccati. Pellegrino, nelle cui tasche gli agenti riferirono di aver trovato delle pietre, fu arrestato.
Il 52enne di Andrano era già destinatario di foglio di via obbligatorio per tre anni dal Comune di Lecce e dal Comune di Melendugno.
I reati contestati sono: resistenza a pubblico ufficiale; getto pericoloso di cose; inottemperanza al foglio di via obbligatorio; lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Quattro agenti del Reparto Mobile di Reggio Calabria quella notte hanno riportato varie lesioni e contusioni, con prognosi di circa 10 giorni.