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Sanità, entro aprile chiuderanno 13 punti di primo intervento. Sindaci all’oscuro

LECCE- Il 30 aprile chiuderanno 13 punti di primo intervento nelle tre province salentine. La decisione della giunta regionale di martedì scorso, però, coglie di sorpresa sindaci e operatori sanitari: nessuno ne era a conoscenza. I Comuni sono stati convocati solo in queste ore per il prossimo 20 aprile a Bari.

In provincia di Lecce, la dismissione è prevista per i punti di primo intervento di Nardò, Poggiardo e Campi Salentina. In quella di Brindisi, a Cisternino, Ceglie, Fasano, Mesagne e San Pietro Vernotico; nel Tarantino, a Grottaglie, Mottola, Massafra, Ginosa e al Moscati di Taranto. In tutti questi casi, il punto – residuo dei vecchi pronto soccorso – diventerà una semplice postazione del 118. Tradotto: specie per i codici bianchi o verdi, il cittadino non si rivolgerà più a quelle strutture, ma andrà nei pronto soccorso più vicini o chiamerà il numero di emergenza-urgenza.

In quanto al di sotto dei 6mila accessi l’anno, i punti leccesi verranno rimpiazzati con una postazione mobile, composta da un’ambulanza medicalizzata o un’automedica o un’India, cioè un’automobile con infermieri a bordo. I centri più grandi, invece, come quelli di Mesagne, San Pietro Vernotico, Grottaglie, Ceglie, Fasano, Massafra e Moscati, verranno sostituiti con una postazione fissa del 118 con medico a bordo delle ambulanze.  Ciò che più preoccupa è l’essere alle soglie della stagione estiva. Nel Leccese, per il sindaco di Nardò Pippi Mellone la decisione era “ampiamente prevista in base al numero di accessi. Verrà comunque portato all’attenzione del presidente della Regione il fatto che d’estate il flusso, già importante, aumenta e va garantita l’assistenza”.

A Poggiardo, Giuseppe Colafati conferma di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale e che ci sarebbe stato il bisogno di “interloquire con i sindaci interessati dalla rimodulazione dei servizi. Avevo già cheisto alla Asl – afferma – grande attenzione per il nostro punto, per decongestionare, soprattutto nei periodi estivi – i pronto soccorso di Casarano, Scorrano e Tricase”. La battaglia è già politica: Pino Romano (Art.1-Mdp), a capo della commissione sanità, la definisce una scelta “inopportuna” e rimarca che le soluzioni alternative ci sono. Tra le altre, “creare il Dipartimento regionale del 118; accelerare sulla definizione e approvazione della rete delle patologie tempo dipendenti; attivare un modello organizzativo che metta in sinergia la rete di 118, pronto soccorso e dipartimenti di emergenza-urgenza”. Marmo, capogruppo di Fi, ha chiesto di ascoltare il direttore del Dipartimento Ruscitti, per capire “come si intende colmare la chiusura, con quali ambulanze, come faranno i pronto soccorsi a sopportare il carico di lavoro e quali siano i criteri adottati”.

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