GALLIPOLI- Condanna a 10 anni per il gallipolino Marco Barba, noto negli ambienti criminali col soprannome di “tannatu”, elemento di spicco della Sacra Corona e affiliato alla frangia scissionista del clan Padovano. L’uomo è accusato di essere l’autore di una tentata estorsione e di minacce ai danni dell’imprenditore gallipolino sandro quintana. Era stato arrestato nel 2016 dai carabinieri di Gallipoli nel corso dell’operazione “Barbapapà”. L’operazione aveva preso le mosse dalle denuncie sporte da Sandro Quintana, consigliere di minoranza del Comune di Gallipoli, con un passato, dal 2009 al 2014, di consigliere provinciale e comproprietario del ristorante “Mare Chiaro” della città bella. Proprio Quintana ed altri dipendenti tra agosto e settembre 2016 sono stati vittime di continue e reiterate minacce sfociate in veri e propri atti persecutori, così da integrare il delitto di “stalking”. Il movente alla base del gesto, secondo gli inquirenti, era da imputare all’incapacità delle vittime di consentire, nel corso di eventi mondani estivi, l’ingresso gratuito all’uomo nelle principali e più note discoteche gallipoline. Non erano mancati poi numerosi episodi in cui “Tannatu” aveva mostrato alle parti offese una pistola da lui portata liberamente per le strade cittadine o ha fatto recapitare 2 proiettili.A casa di Barba erano state trovate due pistole con i bossoli dello stesso calibro di quelli inviati alle vittime, e ben 8 ordigni esplosivi artigianali.
La sentenza è arrivata dai giudici della Prima Sezione Penale che hanno confermato la richiesta della Procura.