LECCE- Una corsa contro il tempo per salvare vite umane. Dalla chiamata al 118 all’ingresso in Pronto Soccorso e poi nel tragitto verso i reparti. Tempi, scelte, tragitti e procedure che stamattina al “Vito Fazzi” sono state sottoposti ad una sorta di “stress-test” durante la simulazione del percorso ictus. «La simulazione – ha chiarito la dr.ssa Paola Santalucia – va ritagliata e inserita nel contesto, in modo da individuare e condividere le criticità, migliorare ogni passaggio, tagliare i tempi morti».
I percorsi ictus, insomma, non sono algoritmi, ma variabili da affrontare in tempo reale grazie ad un’organizzazione e ad una logistica razionalizzate e inserite in percorsi standardizzati. E’ l’orizzonte su cui si muove il Progetto Angels, che sta lavorando per costruire una comunità di Stroke Unit a livello europeo. Con un obiettivo ambizioso: aumentare il numero di ospedali attrezzati per trattare i pazienti con ictus e continuare ad ottimizzare gli standard di trattamento in tutti i centri ictus esistenti. Un traguardo fondamentale per il Direttore Generale ASL Lecce, Ottavio Narracci: «Come azienda sanitaria siamo chiamati a dare risposte fondamentali nei percorsi su ictus, infarto di cuore e trauma, le cosiddette reti tempo dipendenti, che qualificano il nostro servizio sanitario».