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Il porto interno di Otranto va smantellato ogni 6 mesi: mazzata da 800mila euro

OTRANTO- Il porto interno di Otranto dovrà essere smantellato a ogni fine estate. Il Consiglio di Stato ribalta la decisione del Tar di Lecce e si trasforma in un boomerang per la città idruntina, che ogni anno dovrebbe sborsare un qualcosa come 800mila euro per lo smontaggio e rimontaggio.

“Come si fa a smontare un porto? – chiede infatti il sindaco Pierpaolo Cariddi -. Stiamo parlando di 42 elementi lunghi 12 m, larghi 3 m che, posti a terra, definiscono un ingombro equivalente ad un palazzo di 400 mq, per una altezza di 9 m, come quella di un edificio a tre piani. Si tenga presente che tutte le reti dei servizi (acqua, energia elettrica e antincendio), dopo lo smontaggio non saranno più utilizzabili e dovranno essere sostituite e smaltite ogni anno”.

Per i giudici romani, però, non c’è storia: hanno ragione la Soprintendenza e il Ministero dei beni e delle attività culturali: d’inverno il porto turistico, che conta 260 posti barca con pontili attrezzati dei servizi necessari, va smontato. È la fine, poco lieta per Otranto, di un braccio di ferro che va avanti dal 2014: la Direzione Regionale ai beni culturali e paesaggistici della Puglia aveva espresso parere negativo sulla istanza del Comune che chiedeva la sostituzione di pontili galleggianti (già realizzati previo parere favorevole dell’organo statale) con altri montati su pali infissi nel fondale. Il diniego, anzi, aveva ribadito la condizione di stagionalità estiva (massimo sei mesi) dei pontili, altrimenti l’intervento “si configurerebbe quale opera stabile non avente i requisiti di reversibilità e stagionalità … e pertanto, comporterebbe l’alterazione permanente dell’integrità visiva e della cornice ambientale dei beni tutelati”.

Considerando anche la difficoltà tecniche e finanziarie, il Tar ha dato ragione al Comune. Nelle scorse ore, però, in appello si è ribaltata la situazione. E apriti cielo: “Come accaduto per il progetto originario che prevede la presenza per 6 mesi in mare dei pontili, anche quello di collocazione a terra, per i restanti 6 mesi, ha avuto bisogno delle relative autorizzazioni. Ebbene – spiega il sindaco – questa soluzione di deposito a terra è già stata valutata negativamente dalla commissione paesaggistica, che la ritiene di gran lunga più impattante del mantenimento in mare, dove i pontili sono invece disposti in maniera ordinata e a pelo d’acqua; la Capitaneria di Porto l’ha considerata pregiudizievole per la sicurezza e per le operazioni portuali; la Provincia ha affermato che, con riferimento alla valutazione di incidenza sul Sito di Interesse Comunitario ivi presente, è preferibile il mantenimento in loco dei pontili in quanto le operazioni di smontaggio e rimontaggio gravano sugli habitat tutelati. Quindi, il mantenimento a mare non è compatibile paesaggisticamente, il deposito a terra non è compatibile paesaggisticamente e genera maggiori impatti sull’ambiente. Quale soluzione allora si potrà adottare?”.

Si spera in una trattativa con la Soprintendenza, da qui a novembre. Altrimenti in autunno sarà tempesta.

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