Politica

Anatra zoppa, tutti contro tutti. Pd: “Confronto con non perroniani”

Palazzo Carafa Lecce casa senzatetto Sesia

LECCE- All’indomani del tentativo fallito della presentazione delle dimissioni nel centrodestra, è il tutti contro tutti nella politica cittadina leccese. Il timore che verrà rinviata la decisione a un momento successivo, da qui a qualche mese, portando la città nelle secche di un lungo commissariamento è ciò che, a conti fatti, il centrosinistra teme. Il capogruppo del Pd in Consiglio, Antonio Rotundo, lancia l’appello a un “governo stabile per l’intero mandato”, facendo l’occhiliono, come ha già fatto il vicesindaco Alessandro Delli Noci, ai non perroniani. “Faremo di tutto – dice – perché la città non torni indietro e abbia una giunta in grado di governare stabilmente. Perrone e i suoi ex assessori lavorano invece per l’arrivo del commissario prefettizio mostrando così, se ce ne fosse ancora bisogno, come il loro vero obiettivo sia la rivincita politica e non gli interessi della città. Chi sostiene che il commissario prefettizio è una soluzione utile è in palese malafede e con cinismo la condanna per oltre un anno alla paralisi politico-amministrativo unicamente con l’obiettivo di riproporsi alla sua guida. Deve essere chiaro allora che la linea irresponsabile di Perrone e dei suoi ex assessori porta allo stallo della città; siamo interessati al contrario a dialogare e ad avviare un confronto alla luce del sole con liste civiche e consiglieri estranei e non compromessi nella gestione fallimentare delle giunte Perrone”. Questa trattativa sarà “l’obiettivo che ci vedrà impegnati nelle prossime settimane”, rimarca Rotundo. Nel centrodestra, a mettere i puntini sulle i, quasi a rimarcare le differenze all’interno, è l’associazione Movimenti, a supporto del già candidato sindaco Mauro Giliberti: “Alla luce delle mancate dimissioni, circostanza che porterà inevitabilmente o all’inciucio o ad oltre un anno di commissariamento, vogliamo comunque esprimere apprezzamento per la battaglia condotta dal nostro consigliere Giliberti, il cui comportamento è stato rispettoso di tutti gli elettori, innanzitutto quelli del centrodestra. Rispettoso – dicono dall’associazione – soprattutto dei 200 candidati a suo sostegno che non sono riusciti ad entrare in consiglio comunale ma il cui sforzo e la cui amicizia restano per noi scolpiti. Sono loro che devono tornare ad essere centrali nel progetto politico”. Intanto, dopo la bacchettata arrivatagli dall’associazione nazionale magistrati, l’ex sindaco Paolo Perrone puntualizza: “Salvemini “sapeva” di avere una maggioranza, non il verdetto della commissione. Ciò grazie alle trame intessute da lui e da Delli Noci in quelle convulse giornate i cui effetti evidentemente sono arrivati sino ai nostri giorni, come dimostra il fatto che il centrodestra non sia compatto e non sia riuscito a raccogliere le firme di tutti per le dimissioni e lo scioglimento del Consiglio”. E Perrone chiude con una stoccata, parlando di “accordi sottobanco stipulati” dal sindaco “per assicurarsi la permanenza a Palazzo Carafa” e che verranno a galla in questi giorni.

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