Sanità

La denuncia di una donna: “La risonanza va fatta entro 10 giorni, ma la prenotazione è per il 2019”

LECCE – “La gente muore per la burocrazia, non per il tumore. Io voglio lottare perché il sistema sanitario pugliese cambi e rispetti le priorità”. Promette battaglia la signora Paola che si é vista per l’ennesima volta liquidata da un’addetta alle prenotazioni, con un appuntamento a marzo 2019. Troppo lontano per la sua richiesta effettuata tramite impegnativa dell’oncologo, che chiedeva una risonanza magnetica da fare entro dieci giorni.

La sua storia è raccontata da sanitasalento.net.

La donna nel 2015 ebbe una diagnosi di sarcoma alla coscia destra. Una forma di tumore grave, molto aggressivo. Agli inizi dell’anno successivo, la donna riusci a prenotare una visita al “Rizzoli” di Bologna.

“Proprio il fatto di essere seguita fuori regione mi penalizza – dice la donna – Tutte le volte che devo sottopormi ai controlli periodici, devo lottare per un diritto che é quello della salute. Come donna oncologica dovrei avere priorità sulle prenotazioni di alcuni esami diagnostici, non posso aspettare i tempi dell’Asl, che puntualmente ha tempistiche che non coincidono mai con le esigenze. Oggi l’ennesimo episodio: ho urgenza di sottopormi ad una risonanza magnetica, perché a seguito di una pet è stata trovata una captazione dorsale e occorre capire il da farsi. La richiesta dell’oncologo parla di risonanza da effettuare entro 10 giorni, ma il cup dell’Asl salentina mi ha rimandato a marzo del 2019. E così per ogni prenotazione che trimestralmente devo fare. Mi sono sentita dire che se fossi seguita dallo specialista dell’oncologico di Lecce, non avrei le stesse difficoltà perchè sarebbe il medico stesso a prenotare direttamente dall’interno gli esami che dovrei fare, invece vengo dall’esterno, ma sono pur sempre una paziente oncologica, diamine!”

Ho visto bambini con arti amputati per una diagnosi tardiva, ho conosciuto una ragazza 19enne deceduta per un sarcoma non capito. Cisti sebacea le avevano detto, mentre le cellule tumorali andavano in circolo. Io rischio la stessa cosa, ecco perché sono costretta a fare immediatamente l’esame diagnostico, anche se a mie spese, perché l’Asl tradisce i suoi ammalati.”

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