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Inchiesta rifiuti, Macculi e altri davanti al gup

LECCE- Prima le parole del pubblico ministero Alessio Coccioli, che ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati, poi la discussione di alcuni dei difensori degli indagati nel processo legato al nome di Silvano Macculi, ex presidente dell’Ato Le/2 e di altre otto persone. E’ cominciata oggi l’udienza preliminare davanti al Gup Brancato che dovrà decidere sul rinvio a giudizio o meno degli indagati coinvolti in un giro di presunte tangenti in cambio di assunzioni e negli appalti per la raccolta ed il trattamento dei rifiuti.  Oltre a Macculi nell’inchiesta sono coinvolti, tra gli altri, anche il dirigente di Palazzo Carafa del settore Ambiente, Fernando Bonocuore, e poi alcuni sindacalisti, tecnici e funzionari della Provincia. Gli imputati  rispondono in concorso, a vario titolo ed in diversa misura, dei reati continuati di: concussione”tentata”o “riuscita”, estorsione e  falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce,  nacque dalle dichiarazioni di Gianlugi Rosafio di Taurisano, titolare di imprese per la gestione dei rifiuti nel Sud salento, che dichiarò di aver subito pressioni e richieste e che divenne il grande accusatore. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Mario Rossi, Luigi Corvaglia, Salvatore Corrado, Francesco Paolo Sisto, Luigi Rella, Vivana Labbruzzo, Riccardo Giannuzzi, Luigi Covella, Giuseppe Erriquez, Angelo Vantaggiato, Alessandro Distante.

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