TARANTO – “L’inizio dei lavori per la copertura dei Parchi minerali dell’Ilva è un fatto importante, ma da solo non basta”. Per Legambiente infatti rimane dirimente il nodo della valutazione sanitaria, per questo l’associazione ha scelto di presentare ricorso al Tar, così come hanno già fatto la Regione Puglia e il Comune di Taranto. L’annuncio in mattinata in conferenza stampa.
Per Legambiente è chiaro che “Mittal non ha, almeno per ora, intenzione di dare seguito alla più importante misura annunciata nella proposta di accordo: ossia una valutazione preventiva dell’impatto sanitario e ambientale riferita alla massima capacità produttiva prevista, pari a circa 10 milioni di tonnellate annue di acciaio.
Oltre all’avvio della Valutazione di impatto sanitario, ci sono altre due questioni scottanti che ad oggi rimangono ancora irrisolte-spiegano dall’associazione- la prima riguarda la capacità produttiva futura superiore ai 6 milioni di tonnellate/anno che – nella configurazione produttiva ipotizzata da AM InvestCo – lascia esposti i cittadini di Taranto e, soprattutto, quelli del quartiere Tamburi, a rischi per la salute.
Per il futuro quello che Legambiente chiede è avere rassicurazioni sul fatto che le attività industriali non arrechino nuovi danni alla salute di cittadini e lavoratori e all’ambiente. Rassicurazioni ancora lontane.