LECCE- A poche ore dalla diffusione dei dati sulla ripresa dell’occupazione in Italia, a Lecce il sindacato denuncia i primi licenziamenti dei lavoratori assunti con Jobs Act e per i quali sono scaduti gli sgravi fiscali. «Un’insolita attività sanzionatoria nei confronti di lavoratori e lavoratrici della Call Marketing», dicono da Slc Cgil, il sindacato dei lavoratori impiegati nel settore delle telecomunicazioni.
L’azienda di Presicce era balzata agli onori della cronaca per la lunga vertenza del 2016, grazie alla quale è stato evitato il trasferimento collettivo nella sede di Acquarica del Capo.
La gran parte dei 250 dipendenti è assunta con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, mentre i quattro ora a casa lo erano a tempo indeterminato con contratto Jobs act. I loro licenziamenti sono stati impugnati: sarebbero stati decisi per «scarso rendimento» ed altrettante contestazioni disciplinari per presunte assenze arbitrarie dal servizio.
«Ad entrare nel merito della vicenda – dice il sindacalista Antonio Labriola – sarà il Tribunale di Lecce: abbiamo infatti impugnato i provvedimenti espulsivi e sanzionatori». Ma c’è anche la denuncia politica, per cui «a dispetto del commento entusiastico del governo sugli ultimi dati Istat sull’occupazione e della riproposizione del Jobs act come una delle soluzioni al dramma della disoccupazione, la realtà è che finiti gli sgravi fiscali gli imprenditori cercano di costruire percorsi disciplinari espulsivi per motivare licenziamenti per giusta causa, avallati da una legislazione che difende sempre di più la centralità dell’impresa a discapito dei diritti e delle tutele dei lavoratori».
