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Presunto caso di malasanità, la denuncia: “ho salvato mio padre portandolo via da qui”

LECCE – A raccontarci questa storia è un giovane avvocato che da anni vive a Milano ma da marzo è ritornato qui, perchè la causa che più gli sta a cuore ha temuto di perderla dal giorno alla notte: in gioco la vita di suo padre. All’anziano, 78 anni, lo scorso marzo è stato diagnosticato al Vito Fazzi di Lecce un cancro all’uretere. “Ci è stato subito detto -racconta il figlio che per il momento preferisce restare anonimo- che sarebbe stato necessario asportargli anche la vescica e un rene. Al 90% però sarebbe morto sotto i ferri, così ho scelto di portarlo via, al San Raffaele di Milano. Ed è stato lì che ho capito -chiosa- di avergli salvato la vita: l’intervento non è durato 9 ore, come avevano ipotizzato a Lecce, e la vescica è salva“.

L’uomo lamenta di aver ricevuto, dopo aver avanzato necessaria richiesta, l’assistenza domiciliare integrata solo parziale. “Nessun cardiologo lo ha mai visitato, nonostante le patologie di cui soffre mio padre e non è stato sottoposto ad un esame basilare come l’angiografia, perchè il macchinario mi è stato detto che era rotto” aggiunge. In terapia intensiva i parametri vitali non sarebbero stati monitorati costantemente e non sempre -aggiunge- siamo stati messi al corrente, in modo completo ed esaustivo, dei rischi ai quali stavamo esponendo mio padre, salvo poi sentirci dire a cose fatte: avete scelto la strada più facile“.

L’uomo, che per professione si occupa da anni di casi di presunta mala sanità, ha raccolto in un faldone tutta la documentazione utile per bussare alle porte della Procura e chiedere un risarcimento danni.

E.Fio

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