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“Siamo tutti bambini tarantini”: parte l’appello a Unicef, Onu, Oms e ministri

TARANTO- “I bambini di Taranto esistono” dice il piccolo. “Giura”, risponde un Babbo Natale con la maschera antigas. Una vignetta potente accompagna l’appello web “Siamo tutti bambini tarantini” (sottoscrivibile con un click sulla pagina Facebook Siamotuttibambinitarantini), che da tre giorni ha iniziato a macinare consensi su Fb, per dire che ci sono anche loro, nel periodo clou del braccio di ferro sull’Ilva tra governo da un lato ed enti locali dall’altro.

L’appello è promosso da Federazione nazionale coheirs (civic observers for health and environment, initiative of responsibility and sustainibility – osservatori civici per la salute e l’ambiente), Forum terzo settore Puglia, Centro servizi volontariato Salento e Istituto scientifico biomedico euro mediterraneo (Isbem).

“Non chiediamo le dimissioni di nessuno, da nessun ruolo, ma solo che chi ha un ruolo non si dimetta da essere umano: col buon senso nel XXI secolo – dicono i promotori – siamo convinti si possano adottare soluzioni che tutelino sia il lavoro e la competitività delle imprese che la salute e i diritti dei bambini. Ci appelliamo a tutti i cittadini italiani perché aderiscano all’appello e a tutte le istituzioni preposte a tutelare i diritti dell’infanzia: il ministro dell’Istruzione e della Salute. Ci appelliamo al Presidente della Repubblica, all’UNICEF, all’Organizzazione Mondiale della Sanità (la cui direttrice del Dipartimento Ambiente e Salute ha già aderito alla pagina web) e alle Nazioni Unite perché vengano ripristinati i diritti umani dei bambini e di tutti gli abitanti di Taranto”.

Parole forti, non se ne può più fare a meno. “Il nesso tra inquinamento e salute – spiegano le organizzazioni promotrici – produce ricadute incredibili anche sulla vita dei bambini sani. Emblematico è il caso di Taranto, dove i bambini del quartiere Tamburi vengono privati del diritto all’istruzione e della vita all’aria aperta durante i cosiddetti “Wind Days”, nei quali sono costretti a rinchiudersi in casa per evitare di esporsi alle polveri dell’ILVA, con buona pace del rispetto della Convenzione ONU dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, nonché della Costituzione della Repubblica Italiana”.

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