SURBO – “Quando ad abbattersi sulla pubblica amministrazione è l’ombra della mafia ben vengano i controlli mirati a fare luce“. Nessuna voce fuori dal coro tra i residenti di Surbo che si dicono fiduciosi nella giustizia, mentre nelle stesse ore la Commissione di accesso antimafia nominata dal Prefetto di Lecce Claudio Palomba percorre le scale del Municipio per raggiungere gli uffici e passare sotto la lente qualunque documento utile. L’attenzione si focalizza sui plichi contenenti gare d’appalto dietro le quali, secondo l’accusa, si celerebbero frodi nelle pubbliche forniture, falso e finanziamento illecito oltre a tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tutto oggetto di un’inchiesta avviata 4 anni fa e le cui indagini preliminari si sono concluse a settembre.
Il clima che si respira in paese è sereno, tutti sanno e tutti hanno qualcosa da dire: “la giustizia dovrebbe agire sempre così, chi ha sbagliato, se ha sbagliato, pagherà. Ben vengano iniziative come queste che tolgano ogni dubbio“.
Secondo l’accusa la società “Trio Costruzioni” avrebbe sostenuto la candidatura dell’attuale assessore ai lavori pubblici Franco Vincenti durante la campagna elettorale di 4 anni fa. Da lì sarebbero derivati trattamenti di favore per l’affidamento dei lavori pubblici nel comune di Surbo per oltre 1 milione di euro. Lavori, secondo l’accusa, mai effettuati o realizzati in difformità rispetto al capitolato tecnico d’appalto, carenze occultate poi tramite certificati falsi di regolare esecuzione dei lavori. L’aggravante mafiosa nascerebbe dai rapporti, considerati troppo stretti, fra Oronzo Trio (amministratore della società omonima) e il boss di Squinzano Antonio Pellegrino (alias “Zzu Peppu”), leader dell’omonimo clan mafioso affiliato alla Scu.
La commissione indagherà sull’operato dell’amministrazione per verificare la consistenza delle accuse che potrebbero portare allo scioglimento del consiglio comunale. “Un’ipotesi lontana -commenta il sindaco Fabio Vincenti- sugli amministratori coinvolti nell’inchiesta non pende alcuna accusa di collusione diretta. Io sono fiducioso -aggiunge- perché non si incrini il rapporto con la cittadinanza servono anche azioni come questa, serve chiarezza. Se qualcuno ha sbagliato pagherà, io in primis“.