Cronaca

Guerra di mala e gambizzazioni: fermati due giovani brindisini “rivali”

BRINDISI – Le indagini continuano a tutto campo intorno ad almeno sei episodi di fuoco che hanno terrorizzato e stanno terrorizzando Brindisi da mesi. Spari in mezzo alla gente, gambizzazioni, auto crivellate di colpi.

Ma i carabinieri hanno già stretto il cerchio intorno a due ragazzi: Antonio BORROMEO, 24 anni, e Antonio LAGATTA, 22, entrambi del posto, sottoposti a fermo di indiziato di delitto, emesso dalla locale Procura della Repubblica, a vario titolo per detenzione di armi da guerra, lesione personale e rapina.

Apparterrebbero ai due gruppi rivali responsabili dei fatti di sangue in città nel periodo compreso tra il 13 settembre e il primo novembre. A fermare i due sono stati i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Brindisi, coadiuvati da militari del locale Nucleo Investigativo. I dettagli dell’operazione, condotta con il carattere dell’urgenza e che ha fatto scattare i fermi, sono stati dati dal Tenente Colonnello Cristiano Tomassini, comandante del reparto operativo. Si parte, dunque, dal 13 settembre, quando qualcuno sparò contro l’abitazione di Cristian Ferrari. Questo episodio viene contestato a Borromeo, trovato in possesso di armi e munizionamento da guerra; a lui verrebbe addebitata anche la gambizzaizone del 29enne Christian Ferri, già noto alle forze dell’ordine. La notte fra il 3 e il 4 ottobre gli spararono sotto al cavalcavia della circonvallazione, nei pressi del rondò nel rione Sant’Elia.

A Lagatta, a cui viene contestata la detenzione di armi comuni ed esplosioni in luogo pubblico, viene addebitato il coinvolgimento, in concorso, nella tentata rapina di un’auto, una Mini Cooper, il 28 ottobre. Fu esploso anche un colpo in aria. Avrebbe anche sparato per strada per testare il funzionamento di un’arma. Lagatta era la persona a bordo della Fiat Stilo, crivellata di colpi, secondo le indagini da Borromeo. Ma si indaga anche sulla gambizzazione di Stefano Borromeo, ferito nel quartiere S. Angelo la sera del primo ottobre, e su quella di Damiano Truppi.

Gli accertamenti dei carabinieri non si fermano. Si procederà poi con ulteriori approfondimenti, perché il quadro di quanto sta accadendo si va via via delinenado. E questo -annunciano- è solo l’inizio.

 

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