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Corruzione, il sistema del “magna” nella gara per i rifiuti nel Gallipolino

GALLIPOLI – Il sistema del “magna”, come è stato definito nell’ordinanza, non riguarda solo i Comuni del Brindisino su cui nelle scorse ore si è abbattuta la bufera giudiziaria. Arriva fino al Leccese, perché uno dei presunti casi di corruzione più importanti che emergono dalle carte riguarda la gara da 50 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti solidi urbani nell’Aro 11, che comprende Alliste, Gallipoli, Melissano, Racale, Taviano.

Su quella gara, stando alle indagini portate avanti dai carabinieri di San Vito dei Normanni, c’è stato un tentativo di pilotaggio da parte di Michele Zaccaria, responsabile dell’Ufficio tecnico di Squinzano e, su proposta dell’allora comissario prefettizio di Gallipoli, componente della commissione di gara per la valutazione delle offerte. L’uomo, ora ai domiciliari con l’accusa di corruzione continuata, in veste di pubblico ufficiale, avrebbe cercato di “favorire l’illegittima aggiudicazione dei lavori” alla Reteservizi, l’azienda per la raccolta della spazzatura ritenuta dagli inquirenti al centro del sistema corruttivo e di cui sono considerati amministratori di fatto Pasquale Leobilla e Angelo Pecere.

Zaccaria avrebbe tentato di aiutarli “indicando la gara d’appalto a cui partecipare e fornendo informazioni utili in merito alla stessa”, nel dicembre 2015, “ricevendo in cambio una somma pari a 3mila euro (quale “acconto” di una somma di denaro non determinata)”. È per questo che Leobilla e Pecere subito dopo contattano un gruppo di società che erano già state preselezionate un mese prima, la Teknoservice con sede nel Torinese e la bitontina Asv (entrambe facenti parte insieme alla Raccolio srl dell’Ati già preselezionata), per offrire loro quella che chiamano nelle intercettazione “la chiave”, appunto il rapporto con Zaccaria.

Dalle conversazioni tra Pecere e la moglie, emerge che il funzionario di Squinzano è per loro un uomo di cui ci si può fidare: “siamo stati cinque anni a San Pietro a lavorare insieme -dice Pecere- questo mi diede Torchiarolo che era presidente di Commissione, questo era presidente di commissione a San Pietro, andammo a parlarci ingegné quello che vuoi… e disse Angelo falla ma sta data […] lo sai che se ti dico sì è sì e se è no è no, apposta mi fido di questo”.

Sempre alla moglie, in una intercettazione del 27 dicembre 2015, Pecere confida che Zaccaria “ha cercato subito la tangente”. “Però ha detto non ti preoccupare che ti faccio entrare”, riferisce. “E di quanto è il magna?”, chiede lei. “Eee quello che vogliono […] – la rassicura Pecere – questo è un drittone, mo sta a Gallipoli, sta in commisione per la gara grossa di centomilioni di euro e ha detto vuoi partecipare? Eee trovati una ditta ha detto a me. […]mi ha cercato un acconto subito di tremila euro e io gli ho detto sì ai primi di gennaio”.

La loro associazione di imprese si è piazzata al secondo posto dopo il raggruppamento GialPlast -Camassambiente, arrivato primo ma subito sottoposto a procedimento di verifica dell’offerta anomala.

La questione si è risolta solo nei giorni scorsi: il Tar di Lecce ha confermato l’aggiudicazione in favore della Gial Plast di Taviano, respingendo le contestazioni del secondo classificato che ne chiedeva l’esclusione perché la società si era avvalsa di una impresa, la Camassambiente di Bari, colpita da informativa antimafia.

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