
TARANTO – Alle ore 10.00 nella sala del Ministero dello sviluppo economico ha inizio la trattativa tra Am Investco Italy e le organizzazioni sindacali: sul tavolo il futuro dell’Ilva di Taranto. Nelle stesse ore bandiere, megafoni e volantini tornano protagonisti alle porte della fabbrica per lanciare nuovamente un grido d’allarme.
Un clima non poco teso quello che si respira a Roma poiché in ballo c’è il futuro dei dipendenti Ilva: oltre ai 4 mila esuberi già confermati, è in gioco anche la perdita di condizioni contrattuali come l’azzeramento delle anzianità di servizio e degli integrativi aziendali. Il tutto frutto dell’applicazione dei contratti nazionali ed è per questo che i sindacati ad Arcelor Mittal e Marcegaglia chiedono un immediato cambio di rotta.
Fiom Cgil e Uilm annunciano in apertura dei lavori che, con le proposte avanzate da Am Investco (cordata che acquista l’Ilva), non ci sono nemmeno le condizioni per cominciare a discutere mentre il Governo, con Bellanova, spinge comunque le parti a sedersi al tavolo e a costruire nella trattativa con pazienza.
La Viceministro rammenta che Am Investco Italy si è comunque impegnata a garantire una retribuzione media annua di 50mila euro ai lavoratori. Rassicurazioni queste che lasciano ancora perplessi i diretti interessati. “Mi auguro che l’incontro al Mise segni gia’ una schiarita e una svolta decisiva rispetto a quanto si è assistito negli ultimi giorni” commenta il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, mentre questo primo dialogo si chiude con una promessa sul mantenimento dello standard salariale e l’impegno dei sindacati a continuare a fare battaglia fino al raggiungimento certo dell’obiettivo.
Lascia un commento