LECCE – “Tre i punti chiave che nella vicenda di Noemi non bisogna tralasciare: ad unirli un unico filo conduttore, il silenzio: anche questo in grado di uccidere“. A parlare è il Sociologo Luigi Spedicato: “la famiglia, la comunità, gli amici oggi si stringono nel dolore ma qualcosa si è rotto prima, quando la tragedia poteva essere evitata. Anche il silenzio miete le sue vittime, Noemi è una di quelle.
E poi c’è la spirale di odiatori seriali, quella che viaggia in rete, senza freni: la stessa che rischia di far passare un messaggio allarmante. Legittimare l’odio che può facilmente trasformarsi da parole in azioni, senza che nessuno intervenga, in nome di quella libertà di pensiero che non dovrebbe però trasformarsi in una legittimazione della violenza.
Non demonizziamo la categoria degli adolescenti -conclude Spedicato- sarebbe questo l’errore più grande: togliergli il futuro prima ancora di consegnarlo nelle loro mani, lasciare che siano tutti a pagare ingiustamente l’errore di chi si spera resti solo una drammatica eccezione“.