
LECCE – La Asl di Lecce apre le porte a chi vuole, può e deve curarsi tra gli uomini maltrattanti. Al momento è pari a zero il numero di coloro che sono presi in carico tra gli autori di violenza, ma non si demorde: presso il vecchio Fazzi, il Centro per il trauma interpersonale Anemone vuole fare la sua parte nell’ “affrontare la violenza in ogni suo aspetto, intervenendo per prendere in carico vittime e soggetti maltrattanti”.
Per questo il Direttore sanitario della Asl Antonio Sanguedolce ha diffuso i recapiti, perché lì si può andare personalmente, oppure si può telefonare (tel. 0832.215726 – 0832.215150) o inviare una mail a cimav.disllecce@ausl.le.it.
In realtà, il percorso istituzionale solitamente è un altro: il servizio viene attivato a seguito di inviti da parte delle altre Agenzie del territorio che compongono la rete (es. Enti Locali, Tribunali, Centri Anti Violenza, servizi interni alla Azienda ASL, ecc.). Ciononostante, “non si manda via nessuno di coloro che si vogliono rivolgere a noi”, fanno sapere dalla Asl.
Pur non essendo attivo nel Leccese un Cam, il centro ascolto per uomini maltrattanti, come ce ne sono altri 25 in Italia, Anemone funziona da unico riferimento a livello regionale. In città, dopo la delibera del 25 luglio scorso, è stato convertito, dunque, il vecchio Cimav, il servizio sovradistrettuale di secondo livello esistente dal 2003 e che si occupa del trattamento di persone maltrattate/abusate, nonché di abusanti, sia minori che adulti.
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