Cronaca

Scu, omicidio e droga: arresti tra Lecce, Brindisi e Taranto

BRINDISI – Due gruppi criminali che agivano in perfetta armonia per non schiacciarsi i piedi a vicenda e che, addirittura, collaboravano. Il tutto con un ritorno alla ritualità dell’affiliazione alla Sacra Corona Unita, con tanto di intercettazione in cui un soggetto cercava di memorizzare la formula da recitare.

I Carabinieri di Brindisi, nell’intera provincia brindisina e in quella di Lecce, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 50 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso in omicidio, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegali di arma da fuoco e spaccio di sostanze stupefacenti, tutti i reati sono stati commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

L’indagine, avviata dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brindisi nel settembre 2012 a seguito dell’omicidio di Antonio Presta, figlio di Gianfranco, collaboratore di giustizia, ha consentito di:

identificare in Carlo SOLAZZO quale autore dell’omicidio;

delineare l’organigramma e gli assetti organizzativi territoriali della cosiddetta frangia “mesagnese” della Sacra Corona Unita, al cui vertice si sono avvicendati Antonio VITALE, Massimo PASIMENI, Daniele VICIENTINO e Ercole PENNA, operante, principalmente, nei comuni meridionali della provincia di Brindisi;

identificare i sodali di due articolate associazione finalizzate al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana) con basi operative, rispettivamente, nei comuni brindisini di San Donaci e Cellino san Marco; identificare CLEMENTE Benito e Antonio SARACINO quali autori dell’attentato dinamitardo del 2012 ai danni di un immobile di proprietà del Comandante della Stazione di San Donaci, Luogotenente Francesco LAZZARI, acclarando che il movente del delitto era riconducibile all’intensificazione dell’attività repressiva messa in atto dai militari; riscontrare le dichiarazioni di 16 collaboratori di giustizia.

Gianfranco PRESTA negli anni ’90 era esponente di spicco della “Sacra Corona Unita”.

Sin dalle prime fasi delle indagini è risultato evidente che l’omicidio del figlio fosse da ricondurre alla gestione delle attività illecite, in particolare la piazza di spaccio di San Donaci e Cellino San Marco.

È stato appurato infatti che Antonio PRESTA, insieme alla sorella Daniela, e con l’avallo dell’allora convivente di quest’ultima, Pietro SOLAZZO, in quel periodo detenuto, stavano assumendo il predominio per la gestione del traffico di sostanze stupefacenti a Cellino San Marco tentando di scalzare Carlo SOLAZZO, fratello di Pietro, convivente della donna, all’epoca a capo di una compagine criminale dedita allo spaccio di stupefacenti in quel comune.

PRESTA, inzieme alla sorella Daniela, incendiarono un’abitazione di Carlo SOLAZZO. E allora SOLAZZO si sarebbe reso responsabile dell’omicidio di Presta assieme ad un’altra persona non identificata.

Le successive indagini hanno consentito di individuare gli esponenti di due gruppi criminali inseriti in contesti mafiosi, operanti nei comuni di San Donaci e Cellino San Marco, facenti capo rispettivamente a Piero SOLETI ed ai fratelli Carlo e Pietro SOLAZZO, detti cacafave, operanti nel settore del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e che si avvalevano anche della disponibilità di armi da fuoco per imporre la loro egemonia.

Pietro SOLAZZO, dopo la sua scarcerazione avvenuta nel febbraio 2013, era entrato inizialmente in contrasto col fratello Carlo per poi riappacificarsi e rientrare a pieno titolo nella compagine criminale.

I gruppi sandonacese e cellinese, attraverso i rispettivi capi, i luogotenenti ed i gregari operavano in simbiosi e nel pieno rispetto territoriale, evitando pericolose sovrapposizioni e sconvenienti disaccordi. Si era creato, anzi, una sorta di mutuo soccorso – tra essi – nella gestione delle illecite attività, ma anche nel commettere atti intimidatori, come quello ai danni dell’abitazione del Comandante della Stazione Carabinieri di San Donaci.

I due gruppi criminali concentravano le loro energie nell’espansione dei propri interessi attraverso nuove alleanze e canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti in particolare per l’acquisto della cocaina, da immettere sul mercato con enormi vantaggi economici per entrambi.

L’assenza di lotte intestine ha favorito lo sviluppo delle attività criminali dei due gruppi. Altro interesse del gruppo di San Donaci erano le armi, reperite per il tramite del cittadino slavo Gennaro HAJDARI, alias “Tony Montenegro”, che le faceva giungere dall’Est Europa.

Il gruppo di Cellino San Marco, come detto guidato dai fratelli SOLAZZO, si avvaleva dell’operato dei propri luogotenenti Marco PECORARO e Saverio ELIA e di una capillare rete di spacciatori.

La droga veniva approvvigionata da vari canali, naturalmente Torchiarolo, ma anche Oria, Brindisi e Lecce.

Gli arrestati:

Salvatore Arseni, 43 anni, Di San Pietro Vernotico; Claudio Bagordo, 44 anni, di San Pietro Vernotico; Vito Braccio, 35 anni, di Mesagne; Cristian Cagnazzo, 39 anni, di Copertino (Lecce), Floriano Chirivì, 36 anni, di Mesagne, Benito Clemente, 38 anni, di San Pietro Vernotico, Vito Conversano, 46 anni, di San Donaci, Antonio Corbascio, 44 anni, di San Donaci, Onofrio Corbascio, 49 anni, di San Donaci, Daniele D’Amato detto “Cacanachi”, 39 anni, di San Donaci, Giuseppe D’Errico, 35 anni, di Mesagne, Sergio Dell’Anna, 40 anni, di San Pietro Vernotico, Marco Ferulli, 44 anni, di Catania, Francesco Francavilla, 37 anni, di San Pietro Vernotico, Cosimo Fullone, 40 anni, di Mesagne, Cristian Gennari, 30 anni, di Mesagne, Francesco Giannotti, 30 anni, di Mesagne, Giuseppe Giordano, 46 anni, di San Pietro Vernotico; Luca Goffredo, 38 anni, di San Pietro Vernotico, Paolo Gollia, 34 anni, di San Pietro Vernotico, Stefano Immorlano, 36 anni, di Campi Salentina, Gabriele Ingusci, 37 anni, di Nardò, Fausto Lamberti, 38 anni, di Campi Salentina, Gabriele Leuzzi, 38 ani, di Campi Salentina, Antonio Brando Lutrino, 39 anni, di Ostuni; Gionatan Manchisi, 36 anni, residente in Germania, Cosimo Mazzotta, 54 anni, di Cellino San Marco, Matteo Moriero, 24 anni, di San Pietro Vernotico; Umberto Nicoletti, 40 anni, di Lecce, Massimiliano Pagliara, 40 anni, di San Pietro Vernotico, Marco Pecoraro, 37 anni, residente in Germania, Cosimo Perrone, 34 anni, di San Pietro Vernotico, Giuseppe Perrone detto “Barabba”, 45 anni, di San Pietro Vernotico, Daniela Presta, 40 anni, di Mesagne, Raffaele Renna, 48 anni, di Mesagne, Daniele Rizzo, 40 anni, di San Pietro Vernotico, Saverio Rizzo, 51 anni, di Cellino San Marco, Giuseppe Saponaro, 35 anni, di Mennigen (Germania), Antonio Saracino, 41 anni, di Mesagne, Valtere Scalinci, 42 anni, di Albstad-Ebingen (Gernamia), Carlo Solazzo, 41 anni, di San Pietro Vernotico, Pietro Soleti, 52 anni, di San Pietro Vernotico, Nicola Taurino, 25 anni, di San Pietro Vernotico, Andrea Vacca, 42 anni, di San Pietro Vernotico, Annunziato Cristian Vedruccio, 39 anni, di Mesagne,  Cosimo Vitale, 28 anni di Campi Salentina.

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