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Fiera del Levante, bordate di Emiliano al governo: “nostre leggi indigeste eppure identiche a quelle toscane”

BARI- Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è arrivato alla Fiera del Levante per inaugurare stamattina la 81ma edizione della Campionaria.
Gentiloni è stato accolto dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dal sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, dal commissario dell’ente Fiera, Antonella Bisceglia, e dal presidente della Camera di commercio di Bari, Alessandro Ambrosi. In sala è presente il ministro per la Coesione e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti.
“Con la Regione Puglia c’è dialogo e collaborazione istituzionale”, ha detto Gentiloni poco prima, a margine della visita nell’azienda di prodotti aerospaziali Sitael di Mola di Bari, rispondendo alla domanda dei giornalisti su un possibile scontro con la Regione dopo la bocciatura da parte del Governo della legge regionale pugliese sulla partecipazione. “Ci mancherebbe lo scontro”, ha concluso Gentiloni.

Bordate, invece, sono arrivate dal governatore Emiliano all’indirizzo del governo. Questi alcuni stralci del suo discorso: “Siamo teste dure Presidente. E non molliamo mai. Non molleremo sugli inutili permessi di ricerca petrolifera nel nostro mare. Lei si immagina cosa accadrà quando qualcuno proverà a sondare il mare del Salento con l’airgun sconvolgendo flora, fauna e struttura geologica del fondo marino pugliese? Persino due salentini doc come il premio Oscar Helen Mirren e il grande regista Taylor Hackford, sono insorti in questi giorni chiedendo al suo governo di sospendere queste autorizzazioni. Stiamo per formare all’interno della Agenzia Regionale per l’Ambiente l’Ufficio per la tutela del mare e per la promozione della blu economy. Faremo i soldi col mare senza inquinarlo. Può scommetterci.

La bellezza, presidente, è la cifra della nostra regione. Ed in suo nome stiamo lavorando a modifiche della legge urbanistica regionale per consentire ai sindaci pugliesi di fare più rapidamente i piani regolatori, coordinandoli con i piani delle coste.
Consentiremo così ai pugliesi che lo desiderano di demolire i loro immobili troppo vecchi o troppo brutti, ottenendo in cambio del restauro del paesaggio o del disegno urbano, premi in cubatura per ricostruire in altri luoghi indicati dai Pug ciò che serve allo sviluppo delle comunità. E i premi in cubatura ci saranno anche per coloro che demoliranno e ricostruiranno con criteri antisismici nel medesimo luogo ove attualmente sorgono. Demolire per ricostruire riusando il territorio con spostamenti di volume in funzione delle politiche di ciascuna area della Regione. E così faremo profitti con la bellezza, la sicurezza idrogeologica e sismica.

[…] La legge pugliese sulla valutazione preventiva del danno sanitario, che è pacificamente applicabile per tutti gli stabilimenti industriali pugliesi, dovrà essere applicata ovunque e a chiunque senza deroghe per nessuno. Il processo di decarbonizzazione messo a punto dalla Regione Puglia è una cosa seria e mira ad eliminare totalmente il carbone dalle nostre produzione il più in fretta possibile. Persino Papa Francesco mi ha invitato presso la santa Sede per descrivergli le nostre intenzioni e il nostro piano ed abbiamo scoperto di essere perfettamente allineati al Suo pensiero. Il Piano è stato condiviso con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e mira ad abbattere gli altissimi livelli di emissioni di Co2 e di diossine determinati soprattutto dall’Ilva di Taranto che per quanto diminuite nell’ultimo periodo a causa del dimezzamento produttivo. Il Comune di Taranto e la Regione Puglia e tutte le associazioni ambientaliste in questa ottica hanno duramente contestato il piano ambientale presentato dagli acquirenti ILVA nelle note depositate dopo che la Regione Puglia aveva richiesto invano, nello scorso gennaio, il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale chiedendo di rivedere i limiti emissivi del PM10 in modo tale da assicurare un impatto sanitario sostenibile. Eppure in sede europea la Commissione competente contesta all’Italia testualmente “la cattiva applicazione della direttiva relativa alla qualità dell’aria ambiente – Superamento dei valori limite di PM10”.
Per la “Puglia –Zona industriale”  la Commissione aggiunge che la risposta alla costituzione in mora del Governo “non contiene informazioni relative alla revisione delle pertinenti autorizzazioni”. Come a dire: che aspettate a ridimensionare la principale fonte di emissione nonostante il superamento dei valori limite del PM10? Insomma decarbonizzare l’Ilva costituirebbe ipso facto la chiusura delle procedure di infrazione di tutta l’Italia per i superamenti del PM1, ma nonostante la Regione Puglia insista da tempo in questa direzione si è persino evitato di inserire la decarbonizzazione tra le condizioni imposte agli acquirenti Ilva. Anzi questi ultimi posticipano in modo inaccettabile persino la copertura dei parchi minerari.

E se a causa del mancato adempimento delle prescrizioni ambientali non si riuscisse a tenere aperta la fabbrica? E se così si ottenesse l’agognato obiettivo di tanti di chiudere uno dei pochi concorrenti europei dell’acquirente dell’Ilva, visto peraltro che questo già sfiora la soglia produttiva massima prevista dalle quote europee dopo le quali non resta che la dismissione di uno o più stabilimenti? I parchi minerari che riversano sui tetti del quartiere Tamburi tonnellate di polveri all’anno e tutte le incongruità del piano ambientale che abbiamo segnalato saranno infatti per noi come la linea del Piave.

Se anche l’Italia, come la Puglia, avesse una legge sulla partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, le lobbies che tentano di influenzarle in violazione dell’interesse generale, troverebbero pane per i loro denti.

Se a Roma vigesse la stessa legge che abbiamo approvato in Puglia, i lobbisti che vogliono parlare con un politico o con un impiegato per sostenere il proprio business, dovrebbero iscriversi nell’apposito albo e annunciare la propria visita sulla agenda degli incontri leggibile da tutti. Le lobbies sono importanti, ma non devono influenzare le scelte dei governi facendoli venire meno al principio d’imparzialità previsto dalla Costituzione. Ho letto sui giornali che il suo Governo ha impugnato la nostra legge sulla partecipazione nella parte in cui consente a noi pugliesi di discutere in un dibattito pubblico delle opere di interesse nazionale nelle quali è coinvolta per ragioni istituzionali anche la Puglia dovendo esprimere intese o pareri. Si pretende dunque da parte del Governo che in questi casi i pugliesi non possano discutere tra di loro delle opere di interesse nazionale che riguardano il loro territorio? Secondo gli esperti giuridici del Mise è troppo pericoloso che la stessa regione che ha promosso il referendum sulle trivelle, che chiede la decarbonizzazione dell’Ilva, che ha demolito i suoi immobili abusivi, che ha bonificato le sue città dall’amianto, che ha risolto la gran parte delle centinaia di infrazioni europee di sua competenza sui rifiuti e sulla depurazione delle acque, sia chiamata a ragionare, solo a ragionare – la nostra legge infatti nulla sposta della competenza nazionale a realizzare le stesse – delle grandi opere che devono essere realizzate sul suo territorio? Faremo questa battaglia davanti alla Corte Costituzionale. La faremo con tutta la forza morale di cui disponiamo.

E pensare che avevamo offerto garbatamente al Governo piena disponibilità per modificare la nostra legge ove la stessa “politicamente” fosse risultata indigesta. Ma tale collaborazione è stata rifiutata incomprensibilmente.

Eppure la nostra legge è identica sul punto a quella della Toscana che pure non è mai stata impugnata dal Governo. Per ragioni che non comprendo il Governo ha più paura della libera discussione dei pugliesi che di quella dei toscani? Deve essere vero che siamo un posto speciale e che dobbiamo per questo accettare una speciale sorveglianza! Quest’ultima vicenda Presidente mi dà la sensazione che la sua opera di pacificazione del Paese che tanta fiducia sta suscitando negli italiani dopo i disastri del passato, debba ancora proseguire e svolgere i suoi effetti. Non demorda. Segua la sua natura e il suo istinto di servitore dello Stato che non si piega davanti a nulla se non alla legge e all’interesse della Repubblica. Se alcune Regioni, tra cui la Puglia, stanno seriamente pensando di richiedere al prossimo parlamento maggiore autonomia e maggiori poteri, è forse proprio perché gli stessi centri di potere che avevano sostenuto la riduzione del ruolo delle regioni nello sventato progetto di riforma costituzionale, fanno loro ancora sentire il fiato sul collo.

Nessuno deve avere paura del confronto. Il problema non sono le grandi opere o i vaccini. Il problema è la volontà dei cittadini di dire la propria sui grandi temi. La voglia degli italiani di riappropriarsi di spazi di partecipazione e autodeterminazione, nel rispetto delle leggi e degli obiettivi del Paese.

[…] Il 2017 è stato l’anno record per il turismo pugliese, ma stiamo già lavorando per la prossima stagione, per accogliere turisti da tutto il mondo come familiari che tornano a casa. Presidente Gentiloni, questa occasione è utile anche per aggiornare lo stato di attuazione del Patto per la Puglia sottoscritto il 10 settembre 2016 tra il Governo e Regione, che prevede la realizzazione di 47 Azioni. Il Patto per la Puglia risulta complessivamente ad oggi in  avanzata attuazione. In appena un anno dalla sua sottoscrizione abbiamo impegnato risorse per più di 400 milioni ed altre misure pari a 300 sono in fase di attuazione.
[…] Da circa un anno in Capitanata è stato avviato, in via sperimentale, lo sviluppo di progetti di agricoltura sociale innovativa. È stato progettato un modello alternativo di accoglienza, volto a migliorare le condizioni di vita dei braccianti che raggiungono la Puglia nei mesi della raccolta ortofrutticola estiva. Il Governo regionale ha programmato la realizzazione di tre foresterie (due in Provincia di Foggia, una in Provincia di Lecce) capaci di ospitare 1.300 lavoratori migranti. La prima foresteria è stata inaugurata a Nardò (Le) lo scorso 23 agosto. Il piazzale della stessa è stato dedicato dal sindaco di Nardò a Stefano Fumarulo, valoroso dirigente della Regione Puglia che ha determinato queste politiche, scomparso a 38 anni mentre si stava recando a Foggia per adempiere al suo dovere, anche a causa della fatica del suo impegno. La collaborazione di tutte le aziende agricole pugliesi che ci è già stata assicurata sarà determinante per il successo del contrasto alla criminalità organizzata che taglieggia la nostra agricoltura e già domani sono previsti importanti eventi che mirano alla stipula di accordi con le organizzazioni agricole che mirano ad una corretta applicazione della nuova legge sul caporalato che tante preoccupazioni sta creando anche tra gli agricoltori onesti che temono di essere ingiustamente coinvolti a causa della particolare severità della stessa.

[…] Sta a noi cambiare il finale del nostro film sì da lasciare sopravvivere la speranza che la nostra azione abbia veramente un senso. Molto dipenderà dalla fortuna che avremo, ma anche dalla integrità morale con la quale consegneremo alla generazione successiva le nostre responsabilità dimostrando di aver fatto tutto ciò che era umanamente possibile per mantenere la nostra promessa, il nostro giuramento. Noi pugliesi abbiamo deciso di rimanere e di batterci. Per vincere, non solo per partecipare”.

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