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“Offerti 40mila euro per comprare il nostro silenzio”, nuova bufera su Tap

CALIMERA- 40mila euro di contributo in cambio di consenso e silenzio sul gasdotto. È quanto un uomo, definito un “emissario di Tap”, avrebbe proposto all’associazione di volontariato Nuove Speranze di Calimera, che ha preso carta e penna e denunciato pubblicamente l’accaduto. La multinazionale dichiara di essere all’oscuro dei fatti e di aver avviato le verifiche per capirne di più e annuncia che domani presenterà un esposto in Procura a carico di ignoti per individuare il presunto millantatore. Intanto, il governatore Michele Emiliano rincara la dose: “provo ribrezzo per questi metodi”.

«Non è solo la contrarietà ad un’opera che riteniamo inutile e potenzialmente dannosa per il territorio, il paesaggio e la salute dei suoi abitanti, a sollecitare la nostra posizione netta contro il progetto Tap. È il tentativo – dicono da Nuove Speranze – di essere comprati come si acquistano i sacchi di patate al mercato, come si acquistavano gli schiavi, privati della loro libertà, è una forma evoluta di schiavitù: si fa leva sul bisogno a cui si da risposta con il danaro, in cambio del consenso e del silenzio».

Parole dure, durissime, quelle dell’organizzazione che opera da dieci anni nell’ambito del disagio psichico, è costituita da familiari e volontari che quotidianamente prestano gratuitamente la loro attività: quei soldi sarebbero stati offerti all’associazione da un uomo di Calimera, tra l’altro noto anche per il suo impegno politico. Lui avrebbe prima analizzato i bisogni dell’organizzazione di volontariato, proposto la somma, raccomandando di non svelare la sua identità a terzi.

40mila euro per realizzare il trasporto di nuovi utenti presso il centro diurno di Calimera, per migliorare i servizi e l’assetto generale dell’associazione, “in cambio di complicità, silenzio e omertà”, rimarcano da Nuove Speranze, che ha scelto di denunciare per “dire le cose come stanno e incoraggiare altre associazioni ad uscire allo scoperto e a rifiutare di essere comprati”.

“Vista dall’esterno questa operazione è formalmente legittima – analizza il presidente del Csv Salento Luigi Russo -: un’azienda “benefattrice” intercetta, sul territorio nel quale si augura di impiantare la sua attività, piccole associazioni, cui riserva un benefit di qualche decina di migliaia di euro. Ma ci sono due osservazioni che non devono sfuggire: la prima, perchè un’azienda di queste proporzioni ha bisogno di elargire a destra e a manca beneficenza? Poi c’è la questione delle modalità: perché, come sembra, si serve di emissari, più o meno notabili di paese, che silenziosamente e con la richiesta di non svelare identità, entità dell’importo e provenienza, agganciano le piccole realtà del territorio? Le piccole associazioni meritano rispetto”.

 

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