
LECCE- Avrebbe derubato e violentato la dipendente di un’associazione con sede nel centro di Bari, minacciandola con un coltellino: ora è arrivata la condanna a 16 anni, più il pagamento immediato di una provvisionale da 15mila Euro alla vittima, oltre ad un risarcimento danni che sarà stabilito in separata sede. L’imputato è il 53enne Cosimo Damiano Panza, all’epoca dei fatti -a ottobre 2016- era detenuto nel carcere leccese di Borgo San Nicola. Aveva precedenti penali per rapina e violenza sessuale. Durante un permesso premio andò a Bari, dove si sarebbe consumato lo stupro: si sarebbe introdotto in pieno giorno nell’ufficio, con una scusa, e avrebbe estratto dalla tasca un coltellino a serramanico minacciando una 27enne che in quel momento si trovava sola. “Dammi i soldi o ti taglio tutta” le avrebbe detto, facendosi consegnare 15 euro e rubando 350 euro dalla borsa di un’altra dipendente che era fuori in pausa pranzo. L’uomo avrebbe costretto l’impiegata a seguirlo in bagno abusando di lei e dicendole “se mi denunci ti faccio passare i guai”. La vittima sarebbe poi riuscita a spingerlo contro il muro e a fuggire, per poi rifugiarsi in un bar e chiedere aiuto. I carabinieri lo arrestarono poco dopo. Oggi arriva la condanna. L’avvocato difensore di Panza, Rita Ciccarese, che ricorrerà in appello, tiene ad avere parole positive nei confronti del carcere di Lecce: “Questa triste vicenda -dice- non deve incidere sulla bontà del percorso rieducativo messo in atto nella casa circondariale di Lecce”.
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